Blitz al bivacco dello spaccio vista lago

In azione i carabinieri di Luino grazie anche all'utilizzo di una motovedetta che ha supportato le operazioni di terra

Avarie

Lo spaccio nei boschi dei porcini: già visto. Pure quello alla cascata della Froda, un salto d’acqua di 80 metri che sembra un paradiso terrestre sporcato dalle stagnole di chi si fuma l’eroina.

Ma lo spaccio con piazzola vista lago, questo no, non l’avevamo finora mai visto. Eppure è successo, la notte scorsa.

Da un lato c’è un’organizzazione criminale che non sa più come inventarsi i trucchi per eludere le forze dell’ordine che di continuo pattugliano un territorio che è difficile per definizione. Dall’altro ci sono i cittadini che tengono d’occhio la spiaggia dietro casa, bene inestimabile per bellezza e valore naturalistico, dove la notte scorsa alcuni spacciatori hanno deciso di piantare le tende.

Sono i bivacchi “mobili“ ed effimeri, il tempo di una, due notti all’aperto in posti all’apparenza nascosti ma raggiungibilissimi: succede sui monti della Valcuvia e addirittura nelle fortificazioni della linea Cadorna in Valganna-Valmarchirolo, e ora anche in riva al lago.

Basta avere qualche numero degli spacciatori che hanno catene whatzapp estesissime, per capire dove si possa trovare l’ultima piazza di spaccio imbastita in quattro e quattr’otto: due coperte, un fuoco e un paio di batterie d’auto per avere sempre a disposizione luce e ricarica per i cellulari.

E così è successo anche sabato notte: due tende posizionate nella vecchia strada litoraneo, ora non più accessibile per ragioni di sicurezza e che veniva usata per spostarsi da e verso Laveno-Luino quando il traforo della galleria nella quale pèassa la strada provinciale 69 ancora non c’era.

Qui alcuni cittadini hanno segnalato durante la notte al 112 la presenza di tende sospette, fuochi, via vai di gente che andava, comprava e se ne andava.

I militari del capitano Alessandro Volpini hanno messo in piedi una squadra di terra che ha raggiunto al mattino la zona segnalata.

Dal lago un’altra squadra a bordo della motovedetta in servizio sempre alla compagnia di Luino è entrata in azione navigando sottocosta lungo le rive del Verbano, coi motori al minimo. 

Risultato: braci ancora calde, tende lasciate aperte e abbandonate in tutta fretta e segni di presenza. Si potrebbe dire che l’operazione non ha fruttato nulla, in realtà è il sintomo di una lotta senza quartiere a chi spaccia nei boschi dell’Alto Varesotto, resa possibile anche dal senso civico dei cittadini.

Il consiglio è sempre lo stesso: ad ogni sospetto, chiamare il 112.

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Pubblicato il 12 Gennaio 2020
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