Franco Ossola senza defibrillatore. “Presente solo per i grandi eventi”

Il massaggio cardiaco praticato da un amico non è servito a salvare la vita di Paolo Attardo, morto durante una partita di calcetto. L'assessore Dino De Simone: "L'apparecchio portato via mesi fa, adesso deve pensarci chi gioca"

defibrillatore varese 3 ottobre 2015

C’era o non c’era il defibrillatore al Franco Ossola? L’uomo che ha soccorso Paolo Attardo, martedì sera, mentre giocava una partita con gli amici allo stadio di Masnago, ha raccontato di non averlo trovato. «Non avrebbe fatto la differenza, forse – dice l’uomo, che vuole restare anonimo, e che lavora in ambito sanitario – ma sarebbe importante che ogni impianto sportivo di Varese avesse uno strumento come quello. Il mio amico non c’è più, io ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità, ma in altri casi il defibrillatore può salvare la vita».

«A noi risulta che ci sia e sia attivo – dice invece Guido Garzena, direttore dell’AAt 118 di Varese e Altomilanese – Le mappe Dae (defibrillatore automatico esterno della Lombardia) ce lo segnalano. Se non ci fosse, per qualunque ragione, perché rimosso o perché non funzionante, dovrebbero informarci. I sanitari devono sapere con precisione e senza margine di errore se la strumentazione è presente ed efficiente.
Va detto che Varese da questo punto di vista è deficitaria: sono molti gli impianti sportivi senza defibrillatore e anche molti luoghi pubblici. Ne abbiamo parlato con il sindaco Galimberti, ed è molto attento alla questione. Speriamo che in futuro si pensi a collocare un Dae in ogni punto nodale della città. Quello che manca ancora,  ma è in embrione, è un progetto globale e coordinato».

Stefano Amirante vice presidente del “Città di Varese” racconta invece: «Quando abbiamo deciso di dare vita al “Città di Varese” ci siamo accorti che al centro sportivo delle Bustecche il defibrillatore non c’era. È stato messo dal Comune (proprietario dell’impianto ndr) solo dopo nostra reiterata richiesta.

Quando a dicembre abbiamo disputato una partita al Franco Ossola nel sopralluogo della mattina ci siamo accorti che il defibrillatore non era presente e il presidente Stefano Pertile ha deciso di andare a prendere quello delle Bustecche, per non correre alcun rischio. Era il 15 dicembre: quel che è successo dopo non lo sappiamo».

Interpellato, l’assessore Dino De Simone si è attivato per cercare di ricostruire gli ultimi “passaggi” del defibrillatore, dopo il fallimento del Varese Calcio e la successiva inibizione del Franco Ossola alla squadra biancorossa. «Allo Stadio il defibrillatore c’era finché la società che gestiva la struttura lo aveva in carico. Dopo il fallimento del Varese calcio è stato rimosso e noi chiediamo che, come da Legge, il defibrillatore sia presente agli eventi sportivi.

Nonostante sia obbligo delle associazioni sportive averlo, noi abbiamo inserito un defibrillatore comunale al centro delle Bustecche, quello del Varesello, dove circolano centinaia di bambini e ragazzi. Purtroppo lo stadio di Masnago invece ha il defibrillatore solo negli eventi: sarebbe bene che chi usufruisce della struttura si organizzasse con un Dae proprio».

Paolo Attardo, 52 anni, era responsabile informatico alla Merlett di Daverio e viveva a Varese, dov’era molto conosciuto; lascia la moglie Eva e due figli, Davide e Simone. I funerali si svolgeranno nella parrocchia della Brunella venerdì 31 gennaio alle 15.30

Muore mentre gioca a calcio con gli amici al Franco Ossola

 

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Pubblicato il 30 Gennaio 2020
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