Nessun caso di coronavirus alla Rsa Bellini di Somma Lombardo

Il presidente della fondazione, Giorgio Malacrida, tranquillizza tutte le famiglie degli ospiti sulle procedure che vengono adottate dalla struttura per evitare che il virus possa entrare in contatto con gli anziani

Somma Lombardo - Rsa Bellini

Alla Rsa Bellini, storica casa di riposo di Somma Lombardo, non c’è alcun caso di coronavirus, né tra gli ospiti né tra i dipendenti.

Lo comunica il presidente della fondazione, Giorgio Malacrida, che intende tranquillizzare tutte le famiglie degli ospiti anche sulle procedure che vengono adottate dalla struttura per evitare che il temibile virus possa entrare in contatto con gli anziani.

«Dal 6 marzo la struttura è chiusa alle visite esterne – spiega i verici della Rsa Bellini – Tutti i lavoratori sono dotati dei prescritti dispositivi di protezione individuale e vengono rispettati tutti i protocolli indicati da Ats Insubria. Le procedure sono rispettate scrupolosamente e ad oggi nessuno ha manifestato non solo i sintomi del Covid-19, ma nemmeno quelli di una normale influenza». Sul personale non sono stati eseguiti tamponi, perché, spiegano i vertici della Rsa, le procedure di Ats Insubria prevedono che vengano fatti ai dipendenti hce sono stati a casa in malattia quando rientrano al lavoro, ma nella casa di riposo di Somma Lombarda non ci sono stati dipendenti in malattia.

Grande attenzione, spiegano dalla struttura, viene riservata anche alla pulizia e all’igienizzazione: «Ogni giorno tutti gli ambienti vengono igienizzati dal personale interno addetto alle pulizie, e ogni settimana tutta la struttura, dalle stanze, agli ambienti comuni fino alla palestra, viene sottoposta a sanificazione da parte di una ditta specializzata».

Infine, spiega il presidente Malacrida, ci si occupa anche della situazione psicologica degli anziani, soprattutto di quelli che essendo più lucidi soffrono maggiormente il distacco forzato dai propri cari: «I dipendenti si prodigano con telefonate e videochiamate per mettere in contatto gli anziani con le loro famiglie, e mantenere, anche se a distanza, i contatti affettivi che prima erano rappresentanti dalle visite».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Aprile 2020
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