Dalla piscina alle panchine scomparse, “Gallarate è a rischio morte sociale”

Il Pd sottolinea l'incancrenirsi di varie questioni per le scelte dell'amministrazione Cassani, dalla chiusura di Moriggia al clima negli uffici comunali e all'uso degli spazi pubblici, senza dimenticare le sfide per la scuola

gallarate generico

Una città «a rischio di morte sociale», dove rischiano di prevalere «logiche divisive ed escludenti» mentre altri problemi – come il destino della Moriggia – vengono ignorati.

Alla vigilia della festa patronale di San Cristoforo, il Partito Democratico riflette sulla città. A partire da problemi concreti ma riflettendo anche sul clima generale che si vive.

Primo punto: la piscina di Moriggia, ancora chiusa ormai alle porte di agosto.  «La prospettiva oggi è tutt’altro che rosea» dice la consigliera Anna Zambon. L’affidamento dell’impianto è saltato e si prospetta una nuova gara, che richiederà inevitabilmente altro tempo. «In un’estate in cui molti non possono andare in vacanza, la piscina avrebbe avuto una funzione importante per i gallaratesi. E invece ci ritroviamo ancora in questa situazione. «Che testimonia la difficoltà dell’amministrazione a individuare le priorità per tempo». Il riferimento è alla scelta fatta nel 2016: «Il progetto cassato a inizio mandato da Cassani avrebbe consentito di risolvere le magagne: sarebbe costato 700mila euro, ma oggi i costi di gestione sarebbero più bassi e l’impianto sarebbe attrattivo per un gestore» aggiunge il segretario Davide Ferrari.

Per il Pd la soluzione – già proposta – ci sarebbe: «Una variazione di bilancio: si prendono i fondi oggi destinati alla piazza stazione e li si destinano ad Amsc, per intervenire sull’impianto e ridurre i costi fissi».

E intanto la piazza della stazione? Si potrebbe comunque intervenire, dice Pignataro: «Prevedendo l’intervento sulle asfaltature attingendo dal capitolo e usando i quasi 200mila euro messi a disposizione dal governo, che si potrebbero usare per fare una velostazione». Il riferimento è ai 189mila euro che il Pd aveva segnalato già essere disponibili: «Va bene, al sindaco piace l’auto e non piacciono bici o monopattini» ironizza Pignataro. «Ma rinunciare a un finanziamento è buttare via soldi. E questo mentre a Busto già stanno pensando a come usarli».

Altro tema su cui il Pd richiama una precedente proposta è quello per pensare alla scuola in vista di settembre. «Abbiamo proposto un tavolo con tutti gli attori, come quello attivato a Busto dall’assessore Farioli. Ci è stato detto dal’assessore Palazzi che lui è in quotidiano contatto con i dirigenti, ci saranno anche provvedimenti ma non c’è un quadro organico e condiviso. Ad esempio: si chiuderanno alcune vie davanti alle scuole al momento dell’entrata e uscita degli alunni, ma oggi non sappiamo quali siano».

Al di là del tavolo il confronto, il Pd rivendica anche la proposta specifica sulla mobilità, che coinvolge soprattutto le scuole superiori (si dovrà infatti evitare assembramenti sugli autobus che collegano la stazione con gli istituti).

In consigliere Carmelo Lauricella infine sottolinea la «percezione della situazione nella macchina amministrativa comunale non bella, una macchina depotenziata» dopo in particolare le difficoltà con l’alternarsi dei segretari comunali e dei dirigenti.

Fin qui una serie di problemi e sfide da affrontare. Però al di là questo il Pd dedica anche un passaggio anche al clima generale in città. Che secondo i dem è figlio di «logiche divisive ed escludenti».
Margherita Silvestrini descrive un cilma «più animoso, conflittuale, dove vige l’”io contro te”». Questo clima viene ricondotto a uno stile amministrativo di contrapposizione e anche a concrete scelte amministrative come l’eliminazione delle panchine in diversi punti che – dicono dal Pd non ha ridotto i problemi con persone di marginalità ma ha reso ostili gli spazi, pensati «non come spazi da vivere, ma da difendere da qualcuno», mentre nel frattempo si moltiplicano le vetrine vuote. Già a seguito dell’episodio del movimentato arresto condotto dalla Polizia Locale (qui) il Pd aveva lamentato come la sola risposta “securitaria e poliziottesca” non è sufficiente, “giunge quando i danni per tutti sono già fatti e che espone a rischi inutili le forze dell’ordine”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Luglio 2020
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