“Quando nuota sereno, Martinenghi vola al massimo”
Intervista post Europei a Marco Pedoja, allenatore del campione di Azzate: "Talvolta Nicolò avverte ancora la tensione. Ora puntiamo ai Mondiali di Doha per ottenere il pass olimpico"
Tre ori – due in staffetta e un individuale – e un argento su quattro gare e mezzo disputate. Un bottino di assoluto rilievo quello di Nicolò Martinenghi agli Europei in vasca corta di Otopeni, tappa di avvicinamento importante verso le Olimpiadi di Parigi.
Il biglietto per la Francia, per il momento, non è nelle tasche del 24enne di Azzate che parteciperà ai Mondiali di Doha a febbraio con un doppio obiettivo: quello delle medaglie iridate e, appunto, quello di strappare il pass a cinque cerchi. Un risultato sfumato agli assoluti di Riccione, fors’anche per una certa tensione che Martinenghi avverte negli appuntamenti “casalinghi”. (foto di Andrea Staccioli / DBM)
Lo spiega Marco Pedoja, l’allenatore che da sempre accompagna “Tete” nelle piscine di tutto il mondo e che lo guida quotidianamente nelle sessioni di lavoro svolte a Busto Arsizio. «Nicolò paga ancora un po’ l’emozione e la tensione in certi tipi di gare, specie quando bisogna staccare i tempi di qualificazione e quando si trova a gareggiare con i compagni di nazionale. I rapporti sono buoni con tutti e il fatto che si conoscano così bene rende più complicata la competizione. A Riccione lui, Cerasuolo e Poggio si sono marcati a vicenda e così l’oro sui 100 è andato a Viberti che li ha sorpresi. Io credo che gli farebbe bene un supporto psicologico, per evitare di pagare questi sbalzi nervosi al momento delle gare: vedremo».
Quella dei 100 metri è la gara dei Giochi Olimpici (oltre alla staffetta) in cui “Tete” ha conquistato il bronzo a Tokyo ed è la distanza su cui bisognerà concentrare gli sforzi massimi ai Mondiali. Il limite per qualificarsi a Parigi è 59.19 ed è alla portata di un atleta come Martinenghi, il cui primato italiano è di 58.26. La concorrenza interna è alta e quindi, anche per partecipare alla staffetta, servirà essere al top a Doha per poi avere il tempo di ricaricarsi in vista dell’estate.
«Dal punto di vista della forma, ora Nicolò sta bene – prosegue Pedoja – e in Romania lo ha dimostrato. Nei mesi scorsi ha risolto qualche problema alle ginocchia e a Otopeni ha nuotato più tranquillo e sereno tranne che nella finale dei 50, un titolo che gli era sempre sfuggito di poco e che questa volta ha vinto. Poi in staffetta si è scatenato. Peccato per i 100 dove è stato secondo dietro a Kamminga e per i 200: abbiamo dovuto rinunciare alla finale visto l’accavallamento degli impegni, una cosa che ha complicato il programma di tanti nuotatori. Con il senno di poi, visti i tempi, anche sui 200 sarebbe potuto andare sul podio ma a qualcosa bisognava rinunciare. Detto questo, gli Europei danno fiducia per il prosieguo della stagione».
Il panorama internazionale vede Martinenghi tra i principali protagonisti sui 100 rana: con lui (e gli altri azzurri subito dietro) troviamo il già citato olandese Arno Kamminga, il britannico Adam Peaty che aveva dominato la specialità negli anni scorsi e che sta rientrando. E poi l’americano Nic Fink e soprattutto il cinese Qin Hayang, coetaneo di Martinenghi ma esploso nell’ultimo biennio tanto da vincere sulle tre distanze ai Mondiali 2023.
Ora, di rientro dalla Romania, il programma prevede ancora la Coppa Brema a Roma che Martinenghi disputerà con i colori del proprio club, la Canottieri Aniene. Poi un po’ di scarico fino a Natale per ricominciare subito dopo con Doha nel mirino. Non senza qualche fatica supplementare: «Ci alleniamo a Busto ma la situazione non è ottimale, qualche problemino c’è sempre ed è un peccato perché l’impianto ha tutto per essere di alto livello. Speriamo che nell’anno olimpico non insorgano intoppi proprio “in casa”».
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