Cina, il nemico pubblico numero uno degli USA
La Cina ha la capacità di competere direttamente con gli USA e i suoi alleati e di modificare l’ordine mondiale. L'analisi di Giuseppe Geneletti
Questa settimana è stato pubblicato il rapporto pubblico annuale della comunità di intelligence degli Stati Uniti d’America. Fornisce una sintesi dei principali avversari degli USA, analizzando le minacce attuali ed emergenti alla sicurezza nazionale, agli interessi e ai valori degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Il rapporto valuta anche le capacità, le intenzioni e le strategie dei nemici, nonché le sfide e le opportunità di cooperazione e diplomazia. La “classifica” si basa su criteri di ostilità, aggressione, influenza e impatto sugli Stati Uniti e sui suoi alleati.
Russia, Iran, Corea del Nord, nell’ordine, sono i principali attori statali fonte di minaccia per gli Stati Uniti. Ma il primo posto spetta ovviamente alla Repubblica Popolare Cinese, per le seguenti ragioni.
La Cina ha la capacità di competere direttamente con gli USA e i suoi alleati e di modificare l’ordine mondiale, basato su regole convenzionali, per alterare i rapporti di potere a proprio vantaggio e a scapito degli USA. Inoltre, le fondamentali sfide demografiche ed economiche che deve affrontare, la possono rendere un attore geopolitico ancora più aggressivo e imprevedibile. Il Presidente Xi Jinping ha una chiara visione di predominio cinese nell’Asia orientale e di leadership a livello globale. Ad esempio, la Repubblica Popolare Cinese spingerà Taiwan all’unificazione, creando una forte tensione con gli USA; e si scontrerà con il Giappone sulle aree contese nel mare orientale cinese. La Cina, nonostante la difficoltà economiche continuerà a investire per ridurre la dipendenza da tecnologie estere e modernizzare l’apparato militare. Per questa ragione, in reazione alle ambizioni aggressive cinesi, molti Paesi e aziende stanno accelerando la riduzione del rischio, limitando drasticamente l’esportazione di tecnologie critiche verso la Cina. Il potere di influenza cinese viene dalla combinazione di mole economica, crescente potenza militare e diplomatica e dominio tecnologico in settori chiave.
Davanti al blocco occidentale, la Cina continuerà ad estendere la sua influenza sull’Africa e il Sud America, offrendo un modello di cooperazione e sviluppo alternativo, basato sulla sovranità nazionale e la stabilità politica, anche a sacrificio dei diritti civili, ove necessario. La Cina è accorta nel gestire con molto equilibrio le sue relazioni internazionali, per evitare escalation, ma non è certamente passiva. Il suo supporto alla Russa per materiali per uso anche militare è triplicato dall’invasione dell’Ucraina, in cambio di forniture energetiche a basso costo e accesso all’Artico.
Dal punto di vista tecnologico, la Cina punta a diventare una super-potenza nei campi avanzati di energia, intelligenza artificiale, biotecnologie, semi conduttori e nuovi materiali. Per farlo adotta ogni mezzo: alti investimenti statali, brevetti propri, furto di proprietà intellettuale altrui, attacchi cibernetici, assunzione di personale altamente qualificato, forniture che aggirano i vincoli messi da altri Paesi. Il livello di sviluppo cinese nell’ingegneria genetica è ormai pari a quello statunitense e le permetterà di trainare la medicina di precisione e le applicazioni biotecnologhe per l’agricoltura. In particolare, i cinesi sono già in grado di produrre chip al livello dei 7 nanometri per il settore delle criptovalute e della telefonia e, in ogni caso, deterranno il 40% della produzione mondiale di tutti i chip standard a 28 nanometri entro il 2025.
Sul fronte militare la Cina sta avanzando rapidamente il proprio armamento nucleare, avendo installato e in parte armato 300 nuovi depositi per missili a gettata intercontinentale (oltre 5500 km). Nello spazio, entro il 2030, avrà le migliori tecnologie al mondo in quasi tutte le aree: intelligence, sorveglianza, riconoscimento, gestione di reti satellitari avanzate. Infine, rimane la maggior e più determinata fonte di minaccia alla sicurezza informatica degli USA.
La comunità dell’intelligence statunitense identifica molti altri rischi, in particolare gli impatti del cambiamento climatico e quello devastante degli eventi estremi, ulteriori rischi per la salute (ie. epidemie), e certamente il ruolo di attori non statali, dal crimine organizzato internazionali, alle varie milizie terroristiche. Tuttavia, è ormai conclamato che la Cina è il nemico pubblico numero uno per gli Stati Uniti. La narrativa di un mondo multi-polare che avanzata negli ultimi anni, forse tornerà a cedere il posto ad un rinnovato bipolarismo.
“La Cina è diventata la più promettente speranza e il miglior esempio per tutti i paesi del Terzo Mondo”, Fidel Castro.
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