“Parcheggiato 5 giorni in pronto soccorso a Varese, senza rispetto della privacy, del corpo e della dignità”

Lettera di denuncia di un paziente del PS varesino dove sono partiti i lavori di sistemazione per migliorare l'accoglienza e la degenza, pur temporanea, di chi è attesa di un letto in reparto

pronto soccorso

(immagine di repertorio)
Al via i lavori di sistemazione del pronto soccorso di Varese.
Il cantiere riguarderà soprattutto l’area centrale, quella spesso definita la barellaia, destinata all’accoglienza temporanea dei pazienti in attesa di ricovero.

Date le criticità segnalate sin dall’inaugurazione nel 2007 di un reparto dove la permanenza si è rivelata spesso più lunga dei tempi auspicati, il direttore generale dell’Asst Sette Laghi Giuseppe Micale ha dato luce verde ai lavori di sistemazione per migliorare l’accoglienza, sostituendo le barelle con letti più confortevoli e con maggior rispetto della privacy. Sarà inoltre allestito uno spazio attrezzato riservato all’igiene dei pazienti, che potrà avvenire con maggiore agio per gli stessi pazienti e per gli operatori, oltre che con maggiore attenzione all’intimità. Il costo dell’intervento è di 80.000 euro.

Il cantiere, che durerà sei settimane, dovrebbe eliminare situazioni al limite come quella raccontata in una lettera da un paziente ( di cui indichiamo solo le iniziali)


Spettabile Redazione,

ritengo opportuno raccontare la mia esperienza di paziente al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo di Varese dove sono stato “parcheggiato” dal 5 al 10 aprile, in attesa di andare in reparto.

Sono arrivato in Pronto Soccorso alle 18 e, dopo essere stato visitato alle 3.45 del mattino del 6 aprile, mi hanno concesso una barella per potermi distendere. Mi hanno poi sistemato in corridoio davanti all’uscita di emergenza che consente il passaggio nella hall dell’ospedale, all’incrocio con il corridoio che porta alla Radiologia.

In questa posizione sono rimasto 5 giorni. I corridoi, la “barellaia” e gli altri spazi erano tutti occupati da pazienti, come me, in attesa di cure; a nostra disposizione c’era un bagno con tre cabine con il water e quattro lavandini, usati dalle decine di ricoverati e anche dai visitatori. È inutile sottolineare quanto sporchi fossero i bagni, sia perché usati da tanti, sia perchè la pulizia era rara e sommaria (per intenderci: ho chiesto all’addetta di provvedere a ripulire uno dei lavandini sporchi di feci. La signora mi ha però gentilmente suggerito che esistevano dei bagni più appartati più puliti e praticabili…sic!).

Nel corso della mia permanenza ho potuto osservare in quali condizioni si trovano a lavorare medici e infermieri, che si prodigano comunque nel prestare il loro servizio in modo responsabile e il più possibile efficiente. Ho chiesto loro un parere e tutti sono consapevoli della situazione di continua emergenza, della scarsità di risorse umane e non, dei turni troppo lunghi etc; io stesso ho potuto vedere le condizioni dei pazienti molto anziani situati nella barellaia, senza alcun rispetto della privacy, del corpo e  della dignità. Ho assistito al cambio del pannolone di vecchia signora che davanti a tutti è stata spogliata completamente e cambiata…. Io stesso sono stato visitato da tre specialisti che mi ha visitato in corridoio (faccio presente che sono stato ricoverato per un problema all’intestino e alle vie urinarie).

Sicuramente l’eccesso di accessi genera confusione, per cui non mi è stato somministrato l’antibiotico che mi avevano prescritto, che invece risultava essere stato somministrato(sulla piattaforma) …. Volevano sottopormi ad una visita neurologica perché così era scritto su una scheda, ma in realtà non ero io il destinatario. Questi e altri disguidi mi hanno portato a riflettere su tutte quelle persone che, diversamente da me, non sono in grado di difendersi dai malintesi, dalla superficialità o dal fare zelante di qualcuno a cui le consegne sono state fatte in modo errato.

Devo comunque precisare che gli altri specialisti che mi hanno visitato hanno mostrato grande professionalità, sensibilità e rispetto, come pure la quasi totalità degli infermieri e dell’altro personale, che agisce sempre in affanno e , a volte, crea situazioni poco piacevoli. La sensazione generale è di essere stato in un girone infernale, proprio per il clima generale, per la sofferenza diffusa, per la scarsa considerazione della dignità di chi è più debole e indifeso, per l’affanno generale di chi deve provvedere ai pazienti.

D’altra parte tenere i pazienti cinque o più giorni in corridoio credo non sia degno di una Sanità, seppur pubblica, che un tempo era eccellente.

Dunque l’articolo a firma di A.T. del 9 aprile, che casualmente usciva durante la mia esperienza in Pronto Soccorso, risulta poco rispondente a quello che avviene in realtà all’interno, nonostante gli sforzi di chi ci lavora. Servizi insufficienti, personale scarso, organizzazione approssimativa, forse anche poca cernita all’ingresso e non so cos’altro. Lascio a voi giudicare alla luce anche di altri racconti simili, resi noti dalla stampa.

Grazie per l’attenzione.

                                                                                                                             S. L. L.

di
Pubblicato il 02 Maggio 2024
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da lenny54

    Giusto non prendersela con il personale che ci lavora e neanche con il consiglio regionale, ma con gli elettori che da 40 anni continuano a votare chi sta distruggendo la sanita pubblica a favore di quella privata.

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