Per l’omicidio della varesina Valentina Di Mauro comincia il processo a Como
La ragazza uccisa il 24 luglio scorso nella notte con 56 coltellate a Cadorago. Il 17 maggio la prossima udienza in corte d'Assise, il difensore dell’imputato ha chiesto al giudice di discutere coi soli atti nel fascicolo del pm
Per il femminicidio di Valentina Di Mauro, 33 anni, uccisa a coltellate dal compagno Marco Campanaro, il trentasettenne arrestato nel luglio scorso con l’accusa di omicidio volontario si è aperto oggi, mercoledì, il processo dinanzi alla corte d’Assise di Como presieduta dal giudice Valeria Costi.
L’uomo, accusato del crimine, ha 37 anni, e venne trovato la mattina del 24 luglio scorso con un coltello in mano nella casa che condivideva con la compagna, assassinata con 56 fendenti. Una tragedia che aveva sconvolto il Varesotto: la vittima era originaria della provincia di Varese ed era molto conosciuta nel capoluogo. Per quei fatti venne fatto a settembre un incidente probatorio sulle condizioni psichiche dell’uomo, sulla sua capacità di intendere e di volere. Una perizia che ha appunto verificato la parziale incapacità di intendere di volere, la pericolosità sociale, ma capacità di stare in giudizio.
Oggi, dopo la costituzione delle parti (avvocato Corrado Viazzo per la sorella della vittima, la collega Vera Dall’Osto per i genitori della ragazza uccisa), il difensore d’ufficio dell’imputato Paolo Battaglia ha rinunciato a sentire in dibattimento il professionista che ha stilato nei masi scorsi la perizia, chiedendo al giudice di acquisire i soli atti del pubblico ministero Mariano Fadda (che aveva chiesto e ottenuto il rito immediato, quindi saltando la fase preliminare) e procedere così con la discussione, naturalmente sempre il Corte d’Assise a Como. La posizione dell’imputato è gravissima: gli vengono contestate le aggravanti della convivenza con la vittima e la crudeltà, pertanto non può accedere a riti alternativi. Il 17 maggio, la discussione con le richieste delle parti.
I fatti arrivarono come un fulmine a ciel sereno in quella coppia di ragazzi apparentemente senza particolari problemi, dopo un fine settimana fra visite ai parenti e l’uscita a cena sempre nel weekend. Poi, nella notte fra domenica e lunedì, le urla nel condominio di Cadorago e la richiesta di intervento da parte dei vicini di casa, cui seguì la macabra scoperta da parte dei carabinieri accorsi.
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