Uccise la moglie, ergastolo per Argenziano
I giudici hanno riconosciuto come valide le motivazioni dell'accusa. Il pm Cristillo, durante il processo, aveva sostanzialmente ricostruito il delitto affermando che Argenziano voleva uccidere Stefania Amalfi
È stato condannato alla pena dell’ergastolo dalla Corte d’Assise di Varese Alessandro Argenziano, quarant’anni, accusato di aver soffocato nel sonno la moglie, dopo averle fatto ingerire dei medicinali, nel 2015.
I giudici hanno riconosciuto come valide le motivazioni dell’accusa. Il pm Antonio Cristillo, durante il processo, aveva sostanzialmente ricostruito il delitto affermando che Argenziano voleva uccidere Stefania Amalfi, sposata poco tempo prima, per avere la disponibilità di una polizza da 29mila euro di cui era cofirmatario. La corte d’assise ha riconosciuto la premeditazione dell’omicidio volontario e ha anche applicato alla pena due mesi di isolamento diurno. L’indagine fu condotta dalla squadra mobile di Varese, coordinata dal pm Sabrina Ditaranto. La procura fu subito insospettita dalle circostanza della morte della ragazza e con l’indagine gli inquirenti giunsero alla conclusione che l’imputato volesse liberarsi della moglie.
La famiglia Amalfi, per bocca dell’avvocato Furio Artoni, ha dichiarato che intenterà una causa contro lo Stato per ottenere un risarcimento: la Corte d’Assise ha infatti dilazionato a un procedimento successivo l’eventuale risarcimento. Argenziano, persona sottoposta a tutela giuridica, non ha infatti disponibilità economiche.
I familiari della ragazza hanno dichiarato al termine del processo di aver ottenuto giustizia. La madre di Stefania Amalfi, Anna Nunneran, ha ribadito le accuse nei confronti dell’ex genero. L’avvocato Furio Artoni di parte civile ha affermato che il tribunale ha deciso di dare una riposta corretta a un femminicidio molto grave e che è stata fatta giustizia.
L’avvocato difensore Stefano Amirante commenta a caldo. “Una sentenza difficilmente spiegabile”.
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