Apre Feltrinelli, è festa

Per il signor Eligio, come tutti lo chiamano in libreria, l'avvento di Feltrinelli è un passaggio storico anche per la città. Pontiggia: «Io ero un artigiano, adesso c'è l'industria»

inaugurazione feltrinelli 2008

Il pubblico dei lettori varesini s’ingrossa a poco a poco, davanti alle vetrine della nuova Feltrinelli di Varese, a pochi minuti dal taglio del nastro. Molti giovani, sguardi curiosi, la sensazione di partecipare ad un piccolo evento culturale. Si aprono le porte e all’ingresso, i primi ad entrare, sono sorpresi nello stringere la mano di Inge Feltrinelli, a sua volta divertita ed entusiasta per una simile calca al decollo di una libreria. La fiancheggiano i principali responsabili della casa editrice milanese, entusiasti della risposta del pubblico. Due anziane signore sembrano apprezzare il restyling, sorridono, si guardano intorno per capire come muoversi in quello spazio nuovo che sa di antico.
(foto sopra, da sinistra: il sindaco Attilio Fontana, l’assessore Patrizia Tomassini ed Eligio Pontiggia) 

A dare il benvenuto ai clienti, dietro Inge, si profila anche la sagoma silenziosa del signor Eligio Pontiggia, un nome che, per molti varesini, nonni, padri e figli, è stato a lungo sinonimo di quell’oggetto famigliare e un po’ magico che è il libro. Sorride, tutti lo riconoscono, lo salutano. “Sono contento di questo passaggio di mano”, dichiara in piazzetta Marsala, lo spazio sul quale si affaccia il retro del palazzo in cui ha sede la libreria. “Sono nato proprio qui sopra – e indica una fila di finestre -, e per 120 anni la mia famiglia (io negli ultimi sessanta) ha portato avanti, da sola, in maniera artigianale, questa impresa”. Una libreria, quella che evoca il signor Eligio, che ha accompagnato la storia della città, i suoi cambiamenti, le sue novità. «Ho portato avanti da solo questa libreria finché mi è stato possibile – continua il “papà” dei lettori varesini -, ma mi sono reso conto che, per mantenere un livello soddisfacente, era giunto il momento di fare un salto e affidarsi ad un’azienda più forte e strutturata».

 

Ecco, allora, l’idea della “F” rossa: i primi incontri con Carlo Feltrinelli, una reciproca fiducia, la voglia della casa editrice di via Andegari di investire su Varese. Un passaggio forte, un cambiamento radicale. «Sì, senza dubbio – ammette il signor Eligio -, perché si può dire che questa libreria oggi passa dall’artigianato all’industria». Uno slogan che il vecchio libraio pronuncia quasi a lanciare una sfida, ma in cui vibra l’eco di una leggera nostalgia. «Però – aggiunge trionfante Pontiggia – questa è rimasta una libreria che, sia pure gestita con una grande forza economica e imprenditoriale, continuerà a vendere libri».

inaugurazione feltrinelli 2008
 foto, da sinistra: don Michele Barban e Eligio Pontiggia

Il flusso dei primi fans Feltrinelli ora viene scaglionato, perché dentro non ci si muove più. Tutti vogliono essere presenti alla celebrazione di questo rito laico. Laici, ma anche credenti: anzi sacerdoti, come dimostra la brillante presenza di don Michele Barban, fondatore del Gulliver ed ex direttore del De Filippi, che con qualche amico è tra i primi a varcare la magica soglia presidiata dall’energica Inge.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 20 Giugno 2008
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