La “comunità” è in crisi. Come salvarla?

Si è aperta tra molte defezioni la riflessione organizzata dal centro Gulliver. Lo psichiatra Melluzzi lancia l'allarme: "La crisi del rapporto madre-bambino è il vero dramma"

Don Michele insieme al sindaco Fontana, all'assessore campiotti e al direttore sociale GutierrezUna lettera di saluto del Governatore lombardo Formigoni, qualche riga da Monsignor Luigi Stucchi. Assenti il Ministro Maroni e il sottosegretario Giovanardi. Sostituiti il presidente della Provincia Galli, il Prefetto Vaccari, il Questore Cardona. Solo il Sindaco di Varese Attilio Fontana, l’assessore provinciale Campiotti e il direttore sociale dell’Asl Gutierrez non hanno voluto mancare all’apertura delle due giorni di dibattito organizzata dal Centro Gulliver in occasione dei suoi 25 anni di età.
Eppure, quella ideata da don Michele Barban è un’idea importante anche se un po’ pretenziosa: discutere sul futuro di comunità, sul suo valore e sul ruolo nella società del secondo millennio.

A un quarto di secolo dalla nascita, infatti, con un cammino importante e riconosciuto, l’anima di quello che nacque come una comunità per il recupero e il reinserimento dei tossicodipendenti in un momento di grande emergenza, ha radunato "nomenclatura", pensatori, attori della vita odierna per avviare una riflessione sul futuro del centro. 
A ricordare il passato è intervenuto proprio il sindaco Fontana, venticinque anni fa in prima linea come avvocato proprio quando il problema della tossicodipendenza viveva gravi strascichi giudiziari e poneva pesantemente il problema del recupero e del reinserimento sociale: « L’apertura del Gulliver fu vissuto con grande sollievo ma anche con curiosità perchè erano le prime esperienze, spesso derise e giudicate inutili. Don Michele ha dimostrato quanto valore avessero. E ancora oggi, quando partecipo alle loro feste, sento la grande carica umana che trasmettono queste persone e il clima sereno in cui si vive. Questo è un esempio vero di sussidiarietà, di welfare dal basso, che parte, cioè, dai bisogni della gente».

E se fino a oggi, dunque, il cammino percorso da Don Michele è stato fruttuoso, quali sfide si aprono per il futuro?  Il contesto di partenza, in effetti, è altrettanto drammatico quale quello degli anni ’80: « Il vero disvalore della nostra società è l’infedeltà – inizia il celebre psichiatra Alessandro Meluzzi – Oggi è in crisi il padre di tutti i legami: quello madre bambino. Tutti i problemi giovanili, dalla depressione all’autodistruzione alla tossicodipenenza, e così via, trovano il proprio punto di crisi in quello che si riteneva il legame più inossidabile, indiscutibile. Ho condotto uno studio clinico da cui emergono con evidenza due fatti: la fragilità del giovane che vive situazioni familiari di crisi o anomale e, dato inquietante, l’alta incidenza di psicopatologie in ragazzi le cui madri abbiano abortito. Oggi viene messa in dubbio la cultura dell’accoglienza e della vita. La libertà di donare è in crisi perchè il dono è un atto che implica sacrificio ed è sempre più difficile accettare il pensiero di sacrificarci».

Individui soli e chiusi, questo il destino di una società che non vuole riscoprire il valore della comunità: « In una comunità non ci si arriva per scelta, ma per destino o per comunità di intenti – aggiunge il professor Claudio Bonvecchio docente dell’Università dell’Insubria – Si può rinnegare la comunità ma non ne verrà mai meno il senso di appartenenza. Oggi si confonde comunità e società , ma questi sono due concetti diversi e spesso in contrapposizione. La comunità è l’accettazione dell’altro perchè è la rappresentazione di se stessi, la società è un insieme di individui che decidono di stare insieme dandosi norme e regole. Il rischio grosso della nostra società è quella di diventare un supermercato dove si prende solo ciò che si vuole».

Don Michele Barban e i suoi collaboratori vogliono guardar lontano e aprono la loro sede a pensatori che vogliano dare soluzioni e interpretazioni. Nel pomeriggio sarà la volta di alcuni esponenti della società civile che descriveranno il futuro della comunità quindi domani, sabato 10 giugno, Don Michele cercherà di fare il punto e, aiutato dal professor Bonvecchio, individuare qualche proposta.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Giugno 2011
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