Interrogato l’assassino di Marianna, il legale chiede la perizia psichiatrica
Domenico Cascino ha confermato in toto la versione resa la sera del suo arresto, ma non ha spiegato quale sia stata la molla che ha fatto scattare la follia omicida
Domenico Cascino (foto a sin.), l’assassino di Marianna Ricciardi, è stato ascoltato nella mattinata di venerdì 18 novembre dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio Patrizia Nobile e dal pubblico ministero Mirko Monti, alla presenza del suo avvocato Davide Toscani. Come annunciato dal suo legale mercoledì scorso, Cascino ha fornito la massima collaborazione con gli inquirenti per ricostruire i fatti che lunedì hanno portato l’uomo a massacrare con una violenza inaudita la giovane donna nella sua abitazione di via dei Faggi. Sostanzialmente, riferisce l’avvocato, il Cascino ha confermato la versione resa ai carabinieri nell’immediatezza dell’arresto, avvenuto nel tardo pomeriggio del giorno dell’omicidio, ribadendo di aver avuto una relazione con la donna già troncata e ricominciata tre volte. Agli inquirenti è apparso pentito di quello che ha fatto, tant’è che avrebbe anche detto di voler essere sottoterra al posto di Marianna.
L’omicida ha indicato attorno alle 10.15 l’ora dell’assassinio, a conferma delle testimonianze dei vicini che avevano notato la sua Wolkswagen Passat parcheggiata nei pressi dell’abitazione, e ha descritto l’escalation di violenza che ha riversato sulla donna in maniera quasi cronachistica. Prima l’avrebbe colpita con la scacchiera, poi con un vaso, poi i calci e i pugni e infine la sedia sulla testa di Marianna, probabilmente già morta. La donna, secondo la ricostruzione fornita dal suo assassino e riferita dal legale di Cascino, avrebbe implorato pietà, chiedendo di non ucciderla e di pensare alla sua bambina.
Secondo la ricostruzione dell’omicida la donna era da poco rientrata dal supermercato dove aveva effettuato alcuni acquisti e sarebbe stata proprio lei, a conferma della fiducia che deponeva in quello che sarebbe stato il suo assassino, ad avvisarlo che era rientrata in casa e che era disponibile per un caffè e una chiacchierata. Di questo, afferma l’avvocato Toscani, si troverebbe conferma anche nei tabulati telefonici già acquisiti dalla Procura. Quello che non quadra ancora è la molla che ha fatto scattare una violenza tanto crudele da parte di colui che si è detto innamorato di Marianna: da qui la decisione del legale, che chiederà una perizia psichiatrica per il suo cliente.
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