Tares e Comuni, la “ricetta” di Confartigianato

L'associazione chiede «un’equa tassazione delle aree produttive e una ripartizione accettabile tra utenze non domestiche e domestiche»

La posizione di Confartigianato Imprese Varese sull’applicazione della Tares: «la Tares, se applicata nei principi corretti, così come da sempre sostiene la nostra Associazione, permette di fare pagare il giusto alle diverse tipologie di utenze».

Tra Tares, Tarsu e Tia, i comuni non sanno che tributo prendere. Imprese e cittadini hanno pagato il 30 settembre, ma si trattava solo di un acconto: anche questo non era così chiaro. Nel balletto dei regolamenti e delle tariffe, Confartigianato Imprese Varese aveva proposto, alle amministrazioni comunali, di affrontare il problema secondo un’ottica di equità e sostenibilità del tributo.
Perché la nostra Associazione non può non dirsi preoccupata di fronte a ciò che sta accadendo in questi giorni:
– Alcuni Comuni stanno modificando i coefficienti applicati alle diverse categorie senza un criterio oggettivo, ma solo per soddisfare eventuali proteste di alcuni settori,
– Altre amministrazioni, cogliendo le opportunità indicate dalla Legge di Stabilità, abbandonano la Tares per ritornare al sistema precedente. Anche questa soluzione, per Confartigianato Imprese Varese, va a penalizzare i settori produttivi, perché una corretta applicazione della Tares consentirebbe di fare pagare il giusto alle utenze non domestiche.
– Scarsa è la consapevolezza, da parte di alcuni comuni, di salvaguardare la capacità del territorio nel generare ricchezza per la collettività. Capacità che deriva esclusivamente dalle attività produttive.
La Tares, se applicata nei principi corretti, così come da sempre sostiene la nostra Associazione, permette di fare pagare il giusto alle diverse tipologie di utenze.

Associazioni di categoria, imprese, cittadini, enti e istituzioni del territorio sono chiamati, da anni, ad una sempre maggiore reciproca responsabilità. Una mutua collaborazione, senza polemiche o toni accesi: è questo che Confartigianato Imprese Varese si augura possa realizzarsi nel nome di una rigorosa applicazione della normativa.
L’Associazione varesina non chiede una riduzione della tariffa della tassa rifiuti in termini generalisti, ma di declinare il famoso “chi inquina, paga” sui singoli comuni della nostra provincia.
Quindi:
– Applicazione dei coefficienti minimi ex DPR 158/99 per tutte le categorie merceologiche,
– Eliminazione dell’aggravio per le Utenze non Domestiche della quota variabile,
– Una più razionale ripartizione tra Utenze non Domestiche e Utenze Domestiche.
Perché una fiscalità attenta può incentivare il riequilibrio insediativo ed economico di un territorio; in caso contrario, rischiamo lo svuotamento di questa provincia, ormai già sufficientemente preoccupata da imprese e collaboratori tentati dalla fuga oltreconfine. E non solo quello svizzero.
L’Ufficio Studi dell’Associazione varesina, analizzando i Piani Finanziari dei comuni che avevano deliberato regolamento, tariffe e coefficienti, nel mese di ottobre 2013 aveva infatti evidenziato quanto nei piani finanziari, in linea generale, le amministrazioni non avessero seguito una reale analisi dei costi.
Avevano puntato, piuttosto, a ripianare i bilanci senza una ripartizione equa e accettabile tra Utenze non Domestiche e Utenze Domestiche, cioè tra imprese e cittadini.

Ad oggi, in prossimità delle approvazioni delle revisione delle tariffe Tares di alcuni comuni della nostra provincia, Confartigianato Imprese Varese chiede nuovamente ai sindaci l’integrazione tra:
– Un’equa tassazione delle aree produttive
– L’efficienza del servizio di igiene urbana
– Il rispetto e tutela del territorio e dell’ambiente
Alle utenze non domestiche, infatti, la normativa Tares ha apportato aumenti e strette impositive non gradite e non sempre equilibrate. Questa, dunque, è l’ultima occasione – per le amministrazioni comunali – di poter applicare la legge in ciò che afferma: “Chi inquina, paga”.
Ricordiamo, inoltre, che oggi tutte le imprese di produzione e del manifatturiero (artigianali e non) sono obbligate: alla gestione degli imballaggi, al pagamento dei contributi ai consorzi di filiera, allo smaltimento tramite aziende autorizzate dei propri rifiuti, alla gestione Sistri, Conai, Mud…Ben poco, quindi, è conferito alla raccolta urbana.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Dicembre 2013
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