Prevenire il disagio sociale si può con un nuovo modello di welfare

L'idea portata avanti dall'amministrazione comunale è quella di creare una rete tra pubblico e privato che abbia come obiettivo quello di evitare l'esclusione sociale attraverso una fondazione di comunità e la moneta complementare

E’ un percorso lungo ma che prosegue grazie all’ostinazione del sindaco Gigi Farioli e del responsabile settore linee strategiche Giovanni Restelli (a sin. nella foto): il progetto di smart community foundation è stato presentato ancora una volta questa mattina (mercoledì) nel ridotto "Pirandello" del teatro Sociale di Busto Arsizio nell’ambito delle Giornate per l’inclusione sociale organizzate dall’amministrazione comunale. L’idea proposta da Restelli è quella di prevenire il disagio e i processi di esclusione sociale attraverso un modello di welfare innovativo che punta a ripensare al sistema di aiuti alle fasce deboli attraverso il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati: «A Busto Arsizio lo stiamo già facendo grazie all’impegno di realtà come il Distretto del Commercio ma vogliamo andare oltre – spiega Restelli – coinvolgendo anche la Regione Lombardia che, proprio di recente, ha inserito la moneta complementare tra i progetti da sviluppare». 

La moneta complementare è un altro dei passi da portare a compimento. Busto Arsizio ne parla e ne discute dal 2012 quando venne presentato il modello del Sardex che in Sardegna ha attivato un circuito virtuoso che vale 2,5 milioni di euro al mese. In Svizzera lo fanno da almeno 70 anni con il Wir e si calcola che il 13% del Pil elvetico dipenda anche da questo sistema della moneta che serve ad attivare scambi tra imprese e cittadini. Restelli ha parlato anche dei fondi europei di Horizon 2020 che punta a ridurre del 25% le persone a rischio povertà ed esclusione sociale: «La fondazione di comunità deve gestire l’erogazione di risorse abbinandola alla creazione di una rete che metta in contatto soggetti pubblici e privati, donatori, investitori e organizzazioni del terzo settore per la realizzazione di progetti di utilità sociale». In piccolo questa realtà a Busto esiste già e ha creato ore di lavoro per disoccupati, soprannominati "gli omini gialli" e che, ad esempio, gestiscono il parcheggio di Malpensafiere in caso di mostre e fiere, puliscono i colonnati del centro dalle scritte dei vandali: opere di utilità per tutta la comunità che  ha tutto l’interesse che il sistema funzioni.

Il progetto è certamente piaciuto ad un ente come la Fondazione Cariplo che – dopo aver ricevuto la richiesta di finanziamento dal Comune di Busto Arsizio – sta preparando un bando che ha assorbito il progetto bustocco: «Siamo stati chiamati di recente al primo step per arrivare al finanziamento, noi ci speriamo – ha detto infine Restelli – abbiamo presentato la nostra idea e ora ci sarà una seconda chiamata per presentare il progetto in maniera più dettagliata. Se non verremo finanziati abbiamo già deciso che andremo avanti comunque perchè siamo certi che questo modo di agire porterà buoni frutti per tutti e ridurrà la povertà».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Maggio 2014
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