Storie di Imprese

Produrre le macchine più piccole al mondo per essere grandi

La Gimac produce componenti plastici per le nanotecnologie e il bio-medicale, oggi esporta in tutto il mondo

Pensare in piccolo per realizzare grandi cose. O forse è il contrario? Sia come sia, la Gimac di Castronno è un esempio lampante di impresa vincente. Con meno di 25 dipendenti e un’esperienza trentennale nella produzione di macchinari per la produzione di componenti di plastica destinati alla chirurgia non invasiva, la Gimac esporta in tutto il mondo una tecnologia di natura artigianale, nata negli anni ’80 da una sfida con il destino.

Simone come è nata la vostra impresa?
È nata grazie alla voglia di mio padre di fare cose speciali. Negli anni ’80 lavorava in una grande azienda del territorio, l’Omipa di Morazzone. Ad un certo punto il suo ego, ed il suo spirito innovatore, lo hanno spinto a non limitare la propria creatività. D’altronde l’azienda per cui lavorava non poteva permettergli di sviluppare tutto quello che aveva in testa. Quindi ha deciso di mettersi in proprio, senza voler fare concorrenza alla sua prima azienda.

E su cosa ha deciso di buttarsi?
Be’, in un’epoca in cui tutti andavano verso il grande, lui ha deciso di andare nella direzione opposta e di produrre le macchine più piccole al mondo.

Prego?
Mio padre ha pensato che doveva esserci per forza uno spazio verso il piccolo. Inoltre non aveva tante risorse né tantomeno riteneva necessario muovere tanti container. Quindi l’idea vincente era quella di far stare la maggior quantità di valore possibile nel contenitore più piccolo possibile.

Sto iniziando a perdere il filo del discorso.
Devi pensare che quelli erano gli anni in cui si iniziava a parlare di micro tecnologie. Papà ha iniziato quindi a lavorare su macchine molto piccole che permettevano di realizzare oggetti piccoli, sempre più piccoli. Da lì, utilizzando le migliori tecnologie a disposizione, abbiamo iniziato a occuparci della micro struttura della materia. In pratica abbiamo iniziato a studiare cosa succede all’interno della massa e del volume di materiale mentre lo si lavora. Ben oltre a ciò che si vede a occhio nudo.

Ed è allora che vi siete buttati nel settore delle nanotecnologie per il settore medico?
Sì. Ben presto ci siamo trovati a lavorare su prodotti avveniristici come ad esempio gli scaffold, oggetti di plastica che vengono fatti interagire col corpo per riformare cartilagini, ossa, pelle, eccetera. Questo è solo una parte del nostro business. Dall’altro c’è il settore industriale al quale viene trasferita tecnologia sviluppata per settori a più alto valore aggiunto come ad esempio il settore dei dispositivi medici..

Come?
Gimac sviluppa autonomamente una soluzione e poi la propone al mercato. Trova il primo cliente al quale viene dato un periodo d’esclusiva, ma nel frattempo Gimac non si ferma. Lavora per trasferire questa tecnologia in altri settori di mercato. Quindi, per esempio, sviluppata la tecnologia utile a produrre il catetere per angioplastica, quello che serve ad installare gli stent nel cuore, la si adatta alla produzione di tubi per il trasporto di fluidi di altra natura, che resistano a pressioni più alte o a stress più elevati.

In tutto questo quanto conta la ricerca e lo sviluppo?
È fondamentale. Così come lo è la lealtà, la voglia di viaggiare e la fiducia in se stessi. Noi investiamo tra il 20 e il 30 per cento del fatturato annuo in ricerca e sviluppo. Viaggiamo tanto alla ricerca del mercato migliore, non del mercato più comodo, e crediamo nella lealtà e nella trasparenza verso tutti: verso le banche, verso i fornitori, verso i clienti. Ho citato più volte mio Padre, ma i rapporti con le banche, che sono state fondamentali nella nostra crescita, li ha sempre curati mia Madre che ci ha insegnato l’importanza della trasparenza assoluta nella comunicazione con gli istituti di credito, trasparenza=fiducia a costo di trovarsi in imbarazzo con le banche bisogna esser trasparenti.

Molti imprenditori decidono di delocalizzare e di andare all’estero. Voi perché rimanete a Castronno? C’entra con il fatto che investite tanto in ricerca e sviluppo?
C’è chi va in paesi più convenienti a livello fiscale, ma lo fai quando avanzi soldi alla fine dell’anno! Se investi tutto in ricerca e sviluppo non ti poni il problema. Poi se ti guardi in giro vedi che tutti i paesi hanno le loro difficoltà, il paradiso per le aziende non esiste. Castronno è fortunatissima. È vicino all’autostrada, vicina a Malpensa, c’è una stazione ferroviaria, ha un’amministrazione attenta, ha un gruppo di ragazzi svegli e intelligenti. Castronno ha tutti i presupposti per avere un micro-rinascimento così come tutto il nostro territorio.

Confartigianato Imprese Varese

Gimac
Via Roma, 12
21040 Castronno (VA)
gimac@gimac.com

 

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Maggio 2014
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