Dati, tifosi, sponsor: tre risorse che lo sport deve saper cavalcare

Massimo Cortinovis, ex allenatore di basket, pioniere di internet in Italia, manager digitale sarà ospite di "Business di squadra" alle Ville Ponti

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Venticinque anni fa Massimo Cortinovis (nella foto) faceva l’allenatore professionista di pallacanestro, con il ruolo di assistente in Serie A (ad Arese e Desio) di tecnici quali Recalcati, Frates o Bergamaschi. Sarà quindi, in un certo senso, un ritorno alle origini il suo intervento all’evento “Business di squadra” di mercoledì 28 giugno alle Ville Ponti, al quale parteciperà su invito del consorzio “Varese nel Cuore”.

Cortinovis infatti, nel 1996, lasciò il mondo del parquet per diventare un pioniere italiano di internet che allora muoveva i primi passi nel nostro Paese. Dopo aver iniziato con un amico programmatore a creare siti, si è specializzato nell’assistenza alle aziende che intendono investire e comunicare nel mondo digitale.

Oggi Cortinovis è il responsabile di due società entrate a far parte del gruppo internazionale Altavia: Stylum si occupa della comunicazione a 360° mentre Rokivo è specializzata sul mondo del design, con una base a San Francisco che le consente sia avere un osservatorio privilegiato sul centro del mondo digitale («La Silicon Valley è per la tecnologia quello che l’NBA è per il basket») sia di proporre lo stile italiano in California e negli USA.

Nel suo intervento a “Business di Squadra”, il manager milanese parlerà soprattutto dell’importanza dei cosiddetti “big data” e del modo in cui le aziende – ma anche i club sportivi – possono far fruttare nel modo migliore i dati a cui hanno accesso.

«Il contesto in cui ci muoviamo – spiega Cortinovis a VareseNews – è quello in cui la pubblicità e la comunicazione trazionali sono sempre meno efficaci per diversi motivi. La gente oggi cerca sempre di più il “rispetto” da parte delle aziende, le quali devono imparare a personalizzare sempre di più la loro offerta: un brand deve dire “tu sei unico” a ognuno dei suoi clienti. Saper utilizzare i “big data” diventa quindi fondamentale in questo senso».

E lo sport non fa eccezione, anzi: «Le Federazioni e i club hanno dalla loro parte una grande leva, la passione, e hanno diversi canali con cui possono raccogliere i dati relativi alle persone legate al proprio brand. La gente si abbona, compra biglietti, acquista dal sito di e-commerce della società, partecipa alle discussioni sui social: questo aiuta a rendere speciale ogni fan agli occhi del club sportivo. Tutto ciò porta in due direzioni: quello della monetizzazione diretta, con i tifosi che acquistano i prodotti proposti dalla loro squadra del cuore, e quello di una maggiore offerta che il club può fare ai propri partner commerciali che aumentano la propria possibilità di sviluppare attivazioni, e cioè i progetti da creare per andare incontro ai desideri dei fans».

Un esempio che Cortinovis porterà alle Ville Ponti è quello dei Golden State Warriors, freschi campioni della NBA. «Il team commerciale della franchigia è formato da quattro persone che si occupano dei cosiddetti diritti, ovvero gli accordi diretti con le aziende, e da ben dodici operatori (quindi tre volte tanto) che invece lavorano sulle attivazioni. E più è stretta la relazione con i fans, più è alta la possibilità di attivazione. Su questo campo i club sportivi possono e devono giocare la propria partita, e secondo me ciò non vale solo per i colossi ma anche per le società di medie dimensioni come possono essere quelle della Serie A di basket italiano. Esempi ce ne sono, ma i dirigenti devono credere in questa strada».

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Giugno 2017
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