“Far sorridere il cielo”: il claun Pimpa tra i bimbi della Siria

Da anni, Marco Rodari porta la sua arte nei paesi colpiti dalla guerra.Il suo racconto dalla Siria per "ri-portare" i sorrisi

Marco Rodari è di nuovo in Medio Oriente. Come ogni estate, porta il suo naso rosso tra i bimbi che vivono in un costante stato di guerra. Per l’estate 2018 ha voluto visitare la Siria, paese devastato da una terribile guerra che ancora non ha fine.

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Marco, dove sei ora?
Ora sono ad Aleppo e sono alla fine del mio viaggio in Siria che mi ha visto partire con i miei incontri con i bimbi da Damasco, fare poi alcune piccole “escursioni” sulla via di Aleppo e terminare, appunto, ad Aleppo.

Come sono andate queste settimane?
Quest’anno ho avuto la possibilità di lavorare molto di più (segno che la situazione, per i bimbi, sta “migliorando”). Oltre agli spettacoli, di cui davvero ho perso il conto del numero, sono riuscito finalmente ad entrare in un paio di ospedali e a cominciare la scuola di magia – clown con alcuni ragazzi del posto

A 7 anni dalla primavera siriana, che Siria hai ritrovato?
Finalmente i bimbi possono ricominciare a giocare, ad andare a scuola con meno preoccupazioni e con la speranza di poter trascorrere un anno scolastico senza problemi estremi, anche se, ad esempio, questo riprendere a pieno l’attività scolastica porta ad avere le scuole con 70 alunni per classe! Comunque meglio così, almeno ricominciano le relazioni tra i bimbi con la speranza che si possa in futuro migliorare dal punto di vista della “qualità del servizio”

La Onlus che hai fondato si chiama “Per far sorridere il cielo”. Ma quando sorride il cielo?
Ogniqualvolta sorride un bimbo, o anche ogniqualvolta un bimbo si meraviglia, si stupisce, resta a bocca aperta.

“Per far sorridere il cielo” conta di volontari e operatori locali, di Aleppo, Gaza, Bagdad, Alessandria d’Egitto. Come funziona? L’obiettivo maggiore resta quello del provare a seminare l’arte dell’essere clown nei ragazzi che hanno vissuto le guerre, questo perché è molto difficile dare un senso alla propria vita o, come preferisco dire, trovare una cosa bella da fare nella vita, dopo che la guerra ti ha portato via tutto.
Questo però è fortunatamente sempre successo e continua a succedere: solitamente i ragazzi all’inizio mi seguono nei miei spettacoli anche solo per curiosità o per dare una mano, e poi se hanno tanta passione ed un briciolo di talento allora si passa ad una formazione, in seguito alla quale cominciano a condividere il palco con me sino ad arrangiarsi da soli e a superare il maestro.

Natali, Pasque, estati: sono anni che incontri migliaia di bambini, in quanti hanno visto un tuo spettacolo?
Solitamente in uno spettacolo ci sono dai 500 ai 1000 bimbi (portata di una scuola qui in Medio Oriente) e quando le condizioni lo permettono riesco a fare anche 3-4 spettacoli in una giornata. Calcolando che vivo il Medio Oriente per 5 – 6 mesi l’anno, fate voi i conti… Diciamo centomila!

E gli altri sei, sette mesi, quando sei in Italia, cosa fa il Pimpa?
Il Pimpa fa il clown, con il medesimo intento: le condizioni sono ovviamente diverse, ma il sorriso di un bimbo ha, banalmente e ovviamente, lo stesso valore e la stessa importanza ovunque si generi.

E i prossimi bambini che farai ridere dove saranno?
Non ne ho idea, perché il bello è che non sai mai se e quale sarà il prossimo bimbo a ridere!

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Agosto 2018
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