Vertenza Cavalca: “La crisi non risparmia la tranquilla Valceresio”
Sulla complessa vicenda dei licenziamenti dei dipendenti dello storico punto vendita interviene anche la sezione varesina del Partito comunista

La crisi seguita alla vendita dello storico negozio Cavalca di Arcisate, che coinvolge una trentina di lavoratrici e lavoratori, allarma e preoccupa non solo i sindacati, ma anche le forze politiche.
Sulla complessa vicenda interviene anche la sezione varesina del Partito comunista, con un comunicato.
«E’ arrivato il terremoto sociale: Cavalca e Nord Clothing e Solution Team hanno deciso di licenziare in blocco tutti i lavoratori – si legge nel comunicato a firma di Mirco Manfrinati – Ovviamente, i primi a subire questa decisione sono stati quelli in prova o con i
“soliti” contratti flessibili e a termine (vedi legge 300), a seguire i dipendenti a tempo indeterminato, per la maggioranza donne, in alcuni casi personale che lavorava da più di 40 anni in azienda. Tutto nel più assoluto silenzio da parte delle istituzioni locali, a partire dal
Comune di Arcisate per arrivare poi a Regione Lombardia e Comunità Montana. Ora, a questi dipendenti non verrà pagato il Tfr, che ricordiamo è stipendio differito che il datore di lavoro ha l’obbligo di accantonare e che non può essere utilizzato per speculazioni finanziarie improprie. Il Trf non si tocca. La domanda dunque sorge spontanea: di chi è la responsabilità di quanto accaduto? Degli ex proprietari? Certo, questi “signori“ si sono mangiati il Tfr dei lavoratori in chissà quali speculazioni e non hanno avuto alcuno scrupolo nel ricattare i propri dipendenti, chiedendo loro ulteriori sacrifici e disponibilità (straordinari non pagati; aperture festive ecc.) e, purtroppo, tutto questo rientra nell’attuale logica del libero mercato. Di Nord Clothing e Solution Team che ora stanno creando un polverone di accuse reciproche per nascondere le loro responsabilità e tutto questo sulla pelle e sul futuro dei lavoratori dell’azienda? Facile quindi sarebbe accusare quelli che sono i responsabili diretti di questa vicenda, ma non possiamo fermarci a questo. Crediamo che i primi a dover rispondere di quanto è accaduto siano le amministrazioni locali, la Lega e la Regione Lombardia».
«Chiediamo – conclude il comunicato – che si ripristinino al più presto i poteri di quelli che erano gli organi di controllo e cioè dell’Ispettorato del Lavoro (ad esempio) e che le amministrazioni locali (leghiste o di Fi) ricordino che devono salvaguardare gli interessi di tutti i cittadini e non distrarli su falsi problemi. Chiudiamo, per adesso, esprimendo la nostra più ampia solidarietà e partecipazione alle lavoratici e ai lavoratori Cavalca e chiedendo ai sindacati di fare tutto quanto è possibile, non solo per il ricollocamento dei lavoratori, ma soprattutto per recuperare tutto il Tfr che ad essi è stato indebitamente tolto (la soluzione non è andarlo a prendere dai fondi pensione Inps)».
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