Luvinate, quei 40 minuti in cui è venuto giù il cielo

Arrivano le analisi scientifiche di quanto avvenuto la sera di giovedì 24 settembre. Il sindaco Boriani: “La fragilità della montagna è peggiorata"

Alluvione a Luvinate, la situazione venerdì 25 settembre

A Luvinate lo scorso 24 settembre è sceso oltre il triplo della pioggia che fa raggiungere il “valore di soglia”, acqua che ha trovato un terreno messo a dura prova dall’incendio del 2017, reso quasi impermeabile dal forte calore e che portato a valle una quantità eccezionale di detriti, compreso fango, materiale sassoso e alberi, molti dei quali bruciati proprio nel rogo di tre anni fa.

Di queste ore nuovi rilievi che confermano quanto si era prospettato all’indomani della tragedia costata la vita a un uomo, il runner Mario Farsetti, e che ha causato ingenti danni all’abitato di Luvinate.

Una pioggia di caratteristiche eccezionali, e dunque mentre il sindaco si prepara all’audizione urgente da lui richiesta presso la Commissione Agricoltura Foreste e Parchi del Consiglio Regionale di Lombardia, in programma giovedì 8 ottobre 2020 a Milano, arrivano i primi dati ufficiali utili a spiegare alcune delle ragioni della violenta colata detritica che nuovamente ha colpito la comunità di Luvinate, dopo i 3 episodi del 2018.

L’analisi scientifica dei dati pluviometrici è stata ottenuta valutando sia i dati di ARPA Lombardia sia quelli di una stazione situata proprio a Luvinate del Centro Meteorologico Lombardo.

I caratteri di eccezionalità sono legati alla estrema localizzazione dell’evento, al tempo di ritorno e, soprattutto, all’intensità.

Dall’analisi è infatti emerso come a Luvinate l’evento di pioggia abbia avuto un tempo di ritorno di circa 200 anni mentre nella stazione meteo più vicina (Varese) l’elaborazione dei dati registrati ha portato ad un evento con tempi di ritorno di 2 anni.

In tutte le altre stazioni meteo nel raggio di circa 15 km il dato più alto indica che l’evento ha avuto tempi di ritorno di 65 anni.

Tuttavia, per quanto attiene l’innesco di fenomeni di colata, ancor più significativo è il dato relativo all’intensità della pioggia (cioè l’altezza di acqua caduta espressa in mm/h) dato che la ricerca ha confermato essere il fattore scatenante delle colate detritiche. Dal confronto con la “curva di Ceriani”, che identifica la soglia d’intensità rispetto alla durata dell’evento sopra la quale si manifestano fenomeni di colata, emerge che, a parte i primi 15/20 minuti, tutto l’evento è stato caratterizzato da intensità largamente superiori a tali valori limite con una punta – per la durata di circa 40 minuti – in cui l’intensità è stata più di 3 volte il valore soglia (74 mm/h contro 22 mm/h).

A quesi dati, già di per sé eccezionali, si sono poi sommate le condizioni specifiche del bacino per effetto del passaggio del fuoco dell’autunno 2017 (piante bruciate ma, soprattutto, terreno meno permeabile) che hanno determinato risposte idrologiche più rapide e più intense rispetto alle piogge stesse.

I lavori effettuati negli scorsi mesi – che si sono conclusi circa due settimane fa anche per l’ordinanza urgente del Sindaco Boriani che in pieno periodo di lockdown da Coronavirus ha disposto la prosecuzione dei lavori proprio per accelerare ogni attività di messa in sicurezza – hanno sostanzialmente tenuto e limitato la quantità di detrito che avrebbe potuto arrivare a valle.

La “piazza di deposito per i detriti”, già riempitasi il 7/8 giugno e svuotata mercoledì 23 settembre, si è riempita nella serata di giovedì 24 settembre in circa 25 minuti e di nuovo nel weekend del 3/4 di ottobre, evitando quindi che 3000 m3 di detriti e fango venissero recapitati nell’abitato di Luvinate.

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Tutte le opere puntuali di contenimento dei versanti franosi hanno tenuto senza rilasciare quantità di materiale che, in loro assenza, avrebbe ostruita la valle e sarebbe stato trasportato in paese.

Le 11 briglie in cemento, benché sollecitate dall’impatto con massi trasportati dalla colata che ne hanno spezzate due minori e hanno danneggiato le copertine in granito (che vengono poste per proteggerle dallo scorrimento dell’acqua), hanno resistito staticamente “ intrappolando” una enorme quantità di detrito che sarebbe arrivato in paese con danni ben maggiori e conseguenze probabilmente molto più gravi.

«Alla luce degli eventi descritti occorre oggi prendere atto che lo scenario è mutato nuovamente, che la fragilità della montagna è peggiorata e che occorre dunque pensare ancora a qualcosa di più drastico fermo restando che è indispensabile ripristinare la piena efficienza della copertura forestale nelle aree colpite dal fuoco senza la quale permane una situazione di grave precarietà e sproporzione fra i fenomeni meteorologici e le loro conseguenze che vengono enormemente potenziate. Al Piano Lombardia, il Presidente Fontana ha dato centralità al tema dei dissesti da parte della Regione per il Varesotto e su questo ringraziamo lui, la Giunta ed il suoi collaboratori», spiega il sindaco di Luvinate Alessandro Boriani.

«Su azioni di intervento già si sta lavorando e speriamo si possa arrivare a breve, con l’indispensabile supporto di Regione Lombardia, a ulteriori soluzioni da mettere in campo, compreso il potenziamento delle procedure di allerta locale e di mobilitazione della cittadinanza e valorizzando il nuovo Piano di Emergenza di Protezione Civile», conclude il sindaco.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Ottobre 2020
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