“L’ospedale unico Gallarate-Busto si fa, ma con delle condizioni”
Dalle file di Fratelli d'Italia Giuseppe Martignoni ribadisce la linea favorevole, ma con richieste di tutela. E sull'idea di una consultazione popolare dice: "Il referendum è impraticabile"
«Noi abbiamo una linea di maggioranza univoca: l’ospedale unico si fa, ma ci sono delle condizioni». Se (a Gallarate) si moltiplicano le iniziative critiche verso la prospettiva dell’ospedale unico, se a Busto si registra una clima favorevole al nuovo ospedale, nel centrodestra a Gallarate sembra esserci sì sostegno, ma prudente: lo ribadisce anche Giuseppe De Bernardi Martignoni, numero uno di Fratelli d’Italia a Gallarate.
«L’ospedale unico si fa, ma ci sono delle condizioni, quelle che avevamo stabilito nel documento passato in consiglio comunale e che ha avuto anche il sostegno dell’opposizione». Era l’autunno scorso e con l’Italia ferita dal lockdown e con la seconda ondata alle porte, l’ospedale unico sembrava una prospettiva non più inevitabile, tanto che era emerso un documento con richieste chiare, su posti letto, presidio territoriale a Gallarate, aggiornamento dei livelli minimi assistenziali.
Martignoni però cita anche altre condizioni: «La sommatoria dei posti tra Gallarate e Busto è il minimo accettabile, l’ospedale unico non deve avere meno posti di quelli dei due ospedali esistenti. È necessario poi un intervento viabilistico per l’accesso».
L’area destinata al nuovo ospedale, sui terreni oggi a bosco e prati tra il quartiere Beata Giuliana di Busto e la periferia di Madonna in Campagna di GallarateLa terza condizione è il mantenimento di un presidio nell’area centrale di Gallarate, dove oggi c’è il Sant’Antonio Abate. Che Martignoni lo traduce anche in un altro modo: «L’ospedale di Gallarate non deve essere depotenziato». Non si parla qui tanto di prospettiva per il futuro in cui ci sarà l’ospedale unico, ma del periodo (inevitabilmente lungo) che servirà a definire l’accordo, progettare e costruire la nuova struttura.
L’esponente di FdI mostra una certa inquietudine: «A Busto vedo un sostegno deciso, da parte della maggioranza e anche dell’opposizione. Non vorrei che ci fosse un depotenziamento a danno di Gallarate, negli anni che serviranno a realizzare l’ospedale nuovo. La nostra voce, come FdI la faremo sentire, ci saranno anche passaggi consigliari».
L’atrio del nuovo ospedale di Legnano, realizzato all’esterno della città e in sostituzione dello storico ospedale tra il centro e il quartiere CanazzaPer adesso si passa da una commissione congiunta, quella del 6 luglio, che s’inserisce all’interno del dibattito bustocco, dove il tema ospedale unico è al centro dell’agenda delle forze politiche.
Quanto a Gallarate, fin qui il tema non sta animando il confronto né infiamma la campagna elettorale. Certo, ci sono le consultazioni (a libera partecipazione) lanciate da alcuni gruppi facebook. «È chiaro che è un test che non fa testo» dice sarcastico, con un gioco di parole, Martignoni. «Sappiamo chi frequenta certi gruppi facebook di sinistra. Non avevi dubbi sull’esito del risultato».
Un referendum? “Impraticabile”
Va detto appunto che la consultazione – che ha dato percentuali sopra il 90% per il No all’ospedale unico – sono appunto a libera partecipazione, senza valore statistico. Anche se forse dicono che le voci di chi è contrario si sentono più pronte a esporsi, nel dibattito sul tema (succede anche fuori dai social).
Nel frattempo a Gallarate c’è chi (Obiettivo Comune, lista civica autonoma) ha lanciato la proposta di un referendum vero.
Fratelli d’Italia sarebbe favorevole?
«Il referendum non è praticabile, perché la decisione sul tema spetta a Regione Lombardia» dice Martignoni.
Però non è interessante un referendum vero, istituzionale, secondo le modalità previste dallo Statuto della città dei due galli? Perché non sarebbe praticabile? «C’è un regolamento sul referendum, bisogna vedere anche se il quesito è compatibile. Ad esempio non si possono fare sulle materie tributarie: è chiaro che un quesito sull’abolizione dell’Imu o della Tari vedrebbe una vittoria schiacciante. Ora io dico: è possibile farlo su un provvedimento regionale?»
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