Mitrou Long e Hands sotto zero, non basta l’americano Alviti
Play e guardia titolari terminano il match con una valutazione negativa. L'ala azzurra è il migliore, Kao non dispiace, giro a vuoto per Assui

AKOBUNDU EHIOGU 6,5 – Sarebbe inutile confrontare la partita di Kao con quella di Kabengele, ovvero l’avversario nel ruolo in maglia orogranata. Troppa la differenza di potenza, classe ed esperienza, e poi il “nipotino” di Dikembe Mutombo (che era suo zio) fa tanto bottino in situazioni diverse dal corpo a corpo con il nostro nigeriano. Kaodirichi però si ritaglia i suoi spazi: pronto alla schiacciata e alla stoppata, chiude in doppia cifra, sbaglia poco, prende appunti.
ALVITI 6,5 (IL MIGLIORE) – Si presenta in campo come se fosse una finale da vincere a tutti i costi: triple, penetrazioni, palle rubate, si prende la squadra sulle spalle. Poi, visto che non è Goldrake, il rendimento cala e l’impressione è che il serbatoio del carburante sia asciutto. Ma anche così si inventa un’entrata al ferro e un assist dietro alla schiena. In tutto sono 16 punti, 6 rimbalzi, 0 perse, 3 rubate, 4 assist. Americano di Alatri.
MITROU LONG 4,5 – A voler essere cattivi, vien da dire che Hands sbaglia tutto perché pressato, Mitrou Long perché viene… battezzato dalla difesa. Tanti, troppi errori sia quando va al tiro, sia quando deve distribuire il pallone: addirittura una volta lo passa direttamente a Kastritis in segno di riconoscenza. Diciamo che se la decisione di trattenerlo dovesse dipendere da questa partita (-2 di valutazione), Elijah avrebbe già in tasca un biglietto per Atene, o per Toronto.
BRADFORD 5,5 – Il linguaggio del corpo e dello sguardo non è quello dell’uomo a cui affideresti i tuoi risparmi, e l’esordio sul parquet è disarmante con una palla persa assurda. Poi si accende all’improvviso negli ultimi scambi del primo quarto e si inventa una tripla favolosa a fil di sirena. Ma erano gli unici due free drink della serata: da lì in poi Desonta gioca poco e paga tutto.
LIBRIZZI 6 – Uno di quelli che ha ancora voglia, testa e benzina per reggere i ritmi di una partita vera. Dà scosse elettriche con il tiro e la difesa, strappa qualche pallone e qualche volta va lungo caricandosi di falli. In fin dei conti però è una partita “alla Libro” e ci basta per metterlo tra i buoni della serata.
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ESPOSITO 6 – Sta in campo sempre con movimenti timidi, anche se poi mette il corpo nei duelli. Un paio di guizzi elementari ma vincenti in attacco, stavolta poco raccolto a rimbalzo.
ASSUI 5 – Forse la prima volta in cui non riesce a essere incisivo: il bottino in attacco si risolve in un’unica tripla, in difesa c’è sempre ma è meno appariscente del solito. Nel complesso un po’ spento: Casarin prova a scuoterlo, ma Elisee è un mite, incassa il fallo tecnico dell’avversario e si tiene lontano dai guai.
FALL S. V. –
HANDS 4,5 (IL PEGGIORE) – I tifosi di Varese trascorrono 40′ nei quali continuano a pensare: “Ecco, adesso arriva Hands e mette insieme 5′ veri per ribaltare la partita”. Una svolta che stavolta non arriva mai perché Jaylen fallisce anche i “tiri comfort”, quelli che prima o poi gli entrano. Brilla solo in lunetta, ma anche così non riesce a valicare la doppia cifra e la situazione è rara come un panda albino. Se alla prova balistica, 1 su 11 dal campo, si aggiungono le 7 palle perse il quadro da “naufragio in Laguna” è completo. Valutazione sotto lo zero, come la temperatura delle mani.
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