L’ultimo saluto a Vincenzo, morto sul lavoro
Centinaia di persone hanno partecipato alla cerimonia funebre per l'operaio samaratese morto venerdì scorso a Monte Olimpino
Una folla commossa e silenziosa ha accompagnato nella chiesa di Samarate il feretro di Vincenzo Petrosino, l’operaio morto sul lavoro venerdì scorso schiacciato da un camion a Monte Olimpino, in provincia di Como. Oltre trecento persone hanno riempito i banchi della chiesa con in testa il gonfalone del comune di Samarate, il sindaco Vittorio Solanti e l’assessore alla cultura Marisa Mazzuchelli. La presenza del Comune non è stata solo simbolica ma anche significativa viste le circostanze che hanno portato alla morte dell’uomo a soli 56 anni, mentre lavorava. Il parroco don Cesare Gerosa ha letto un passo della bibbia e poi ha parlato alla famiglia e alla comunità, scossa per l’accaduto ma unita in un momento di grande dolore, come ad una grande famiglia dicendo: «Non dobbiamo avere nessun ritegno a piangere – ha detto don Cesare – ma dobbiamo vedere la vita come ce l’ha insegnata il Signore: un dono prezioso in vasi di creta. Siamo colpiti ma non uccisi da questo avvenimento. Vincenzo chiede che la famiglia sappia guardare oltre questo dolore».
Don Cesare ha poi chiesto che questo momento diventi esemplare per la comunità samaratese che ha saputo unirsi e stringersi attorno alla famiglia in questo momento difficile. Al termine della funzione è giunto anche il ricordo delle figlie e della moglie Anna che hanno letto una lettera: «Anche se un giorno troveremo i nostri principi – hanno detto le figlie – tu sarai sempre il nostro re». Tra le varie corone di fiori due ricordavano le origini campane di Vincenzo: la corona inviata dal sindaco di Casaletto (paese di provenienze in provincia di Salerno) e quella dei tifosi del Napoli, squadra del cuore di Petrosino.
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