Le stazioni unite e i grattacieli che verranno
Presentati gli obiettivi generali del progetto all'ex cinema Rivoli: una grande speranza per la città, ma anche tanti dilemmi
La giunta comunale ha presentato gli obiettivi del progetto stazioni, in una assemblea all’ex cinema Rivoli. Dal quadro emerso durante la riunione tecnica, che fa parte della procedura partecipata di valutazione di ambientale strategica, ne è uscito confermato il quadro generale già presentato un anno fa. E che ha scatenato diverse opinioni, nella società civile, sul carattere da imprimere all’opera. Grattacieli sì, grattacieli no, ecco il primo dilemma, ma
dietro a questo c’è davvero molto altro, per una operazione che avrebbe portata epocale, se realizzata. Intanto, l’assessore all’urbanistica Fabio Binelli ha confermato che, le tre soluzioni proposte a suo tempo, sono ancora tutte da valutare. E che la traiettoria verso l’accordo di programma prevede ancora diversi passaggi in cui cittadini, imprese, forze politiche potranno dire la loro. E dovranno farlo, perché lo prevede espressamente la legge. Si ipotizzano, dunque, tre opzioni: città alta, città compatta o via di mezzo. Ma la prima e grande variazione epocale sarà proprio la stazione unica. Con la nascita di un trasporto ferroviario di passaggio tra l’Italia e l’Europa, che stravolgerebbe per sempre un comparto che oggi è sostanzialmente una fine corsa.
Il progetto è talmente importante che bisogna considerare ogni variabile. Per i passeggeri dei treni, si ipotizza il bike sharing e il car sharing per valorizzare le stazioni come punto di approdo di una mobilità più leggera e sostenibile per tutti. Per gli automobilisti, bisognerà ridisegnare l’intero asse del traffico di quella zona. E una delle possibilità più interessanti è quella della rotatoria di largo Flaiano, che dovrà diventare una sorta di raggiera verso cui
indirizzare gli obiettivi di percorrenza, per evitare che tutti convergano sul centro storico. Proprio sul traffico, ha avviato un dibattito, l’architetto Ovidio Cazzola, che si chiede da tempo se il nuovo progetto sia uno snellimento o piuttosto un nuovo tappo per il centro. Il professionista è anche contrario ai grattacieli, ma su questo punto, le obiezioni, in questi mesi di dibattito, sono state diverse. Proprio la natura del nuovo quartiere stazioni, è uno dei punti qualificanti di tutta la partita. Che interessa costruttori e cittadini: che tipo di quartiere dei servizi che dovrà sorgere? La situazione è complessa, di certo il comune utilizzerà strumenti urbanistici che permettano ai privati di finanziare le opere e averne un ritorno. Ma è ancora un po’ presto per sapere di preciso che cosa accadrà. Nel masterplan, si parlava poi di spostamento del mercato, e di negozi di vicinato. E i commercianti tengono d’occhio la situazione. Va rilevato, però, che le nuove stazioni sono il grande progetto della Varese del futuro. Insieme al Colle di Biumo, e al nuovo Sacro Monte, rivestono per questa giunta il carattere di una vera e propria prova del nove sul volto della città.
dietro a questo c’è davvero molto altro, per una operazione che avrebbe portata epocale, se realizzata. Intanto, l’assessore all’urbanistica Fabio Binelli ha confermato che, le tre soluzioni proposte a suo tempo, sono ancora tutte da valutare. E che la traiettoria verso l’accordo di programma prevede ancora diversi passaggi in cui cittadini, imprese, forze politiche potranno dire la loro. E dovranno farlo, perché lo prevede espressamente la legge. Si ipotizzano, dunque, tre opzioni: città alta, città compatta o via di mezzo. Ma la prima e grande variazione epocale sarà proprio la stazione unica. Con la nascita di un trasporto ferroviario di passaggio tra l’Italia e l’Europa, che stravolgerebbe per sempre un comparto che oggi è sostanzialmente una fine corsa. Il progetto è talmente importante che bisogna considerare ogni variabile. Per i passeggeri dei treni, si ipotizza il bike sharing e il car sharing per valorizzare le stazioni come punto di approdo di una mobilità più leggera e sostenibile per tutti. Per gli automobilisti, bisognerà ridisegnare l’intero asse del traffico di quella zona. E una delle possibilità più interessanti è quella della rotatoria di largo Flaiano, che dovrà diventare una sorta di raggiera verso cui
indirizzare gli obiettivi di percorrenza, per evitare che tutti convergano sul centro storico. Proprio sul traffico, ha avviato un dibattito, l’architetto Ovidio Cazzola, che si chiede da tempo se il nuovo progetto sia uno snellimento o piuttosto un nuovo tappo per il centro. Il professionista è anche contrario ai grattacieli, ma su questo punto, le obiezioni, in questi mesi di dibattito, sono state diverse. Proprio la natura del nuovo quartiere stazioni, è uno dei punti qualificanti di tutta la partita. Che interessa costruttori e cittadini: che tipo di quartiere dei servizi che dovrà sorgere? La situazione è complessa, di certo il comune utilizzerà strumenti urbanistici che permettano ai privati di finanziare le opere e averne un ritorno. Ma è ancora un po’ presto per sapere di preciso che cosa accadrà. Nel masterplan, si parlava poi di spostamento del mercato, e di negozi di vicinato. E i commercianti tengono d’occhio la situazione. Va rilevato, però, che le nuove stazioni sono il grande progetto della Varese del futuro. Insieme al Colle di Biumo, e al nuovo Sacro Monte, rivestono per questa giunta il carattere di una vera e propria prova del nove sul volto della città.TAG ARTICOLO
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