Quando ci si poteva tuffare nell’Olona

I ricordi di Lidia Dalla Valle che da bambina, in compagnia dei genitori, si avventurava per quella che oggi definisce “la mia valle” per passare le vacanze o fare una gita

Con il “Grande Tuffo” organizzato ieri da Legambiente ci è stato fornito uno sguardo sull’Olona di oggi, ma com’era quando era balneabile ed era frequentato dalle famiglie dei paesi limitrofi? Lo abbiamo chiesto alla signora Lidia Dalla Valle che da bambina, in compagnia dei genitori, si avventurava per quella che oggi definisce “la mia valle” per passare le vacanze o fare una gita. La signora Lidia fornisce uno sguardo romantico e amaro sul suo amato Olona. Negli ultimi 50 anni lo ha visto nel pieno del vigore e della bellezza, degradare fino a trasformarsi, con parole di Lidia, in una “fogna a cielo aperto” e ora, con fatica, tornare a rifiorire.

In quali anni andava in valle Olona a fare il bagno nel fiume?
«Più o meno a metà anni ’50. Gli anni, se non ricordo male, tra il 1955 e il 1958. In quel periodo abitavo a Bizzozzero e non c’era la possibilità di andare in vacanza sul lago di Garda o a Nizza, per cui, in compagnia dei miei genitori, scendevo la valle a piedi, sui sentieri e giù fino al fiume e lì mi immergevo in compagnia di mio fratello e della mia famiglia».
 
Che ricordi ha della valle e del fiume in quegli anni?
«Sono ricordi, premetto, che filtro attraverso gli occhi di bambina e attraverso il cuore. Per me era molto bello scendere al fiume e attraversare la valle. Ricordo distintamente la natura incontaminata e rigogliosa e un’acqua popolata da pesci e pulita nella quale i miei genitori mi permettevano di fare il bagno. E io ci sguazzavo e ci giocavo nei miei pomeriggi al fiume. Bellissimo».
 
Ci racconta un momento particolare?
«Ricordo con piacere che un fine settimana l’ho trascorso con la figlia del “murnè”, il mugnaio. Ho passato le mie giornate con lei, ho visto il mulino in funzione e poi ho trascorso la notte lì. E al mattino è stato molto emozionante svegliarmi, aprire le finestre e trovarmi nella valle, accanto al fiume».
 
Quando ha visto modificarsi l’Olona e in cosa?
«A partire dagli anni ’60 e poi nel corso degli anni ’70 ho assistito al suo continuo degrado. Lo osservavo e lo vedevo progressivamente diventare una fogna a cielo aperto. E’ stato terribile per me. Ho visto non solo il fiume rovinarsi, ma anche le passeggiate. I sentieri progressivamente si riempivano di rovi, tutto è stato lasciato andare. Per molti anni non ci sono più tornata, fino a pochi anni fa, quando ritornando proprio non l’ho più riconosciuta come la mia valle, quella che portavo nel cuore e nei ricordi».
Oggi come lo ritrova?
«Negli ultimi 10 anni, circa, ho visto la valle e il fiume lentamente rifiorire. Non entro nel merito della diga che per me è un pugno nell’occhio, ma non sono abbastanza informata per esprimere un giudizio compiuto. Certo, rispetto ai miei ricordi, quella diga proprio non mi piace!
Comunque, nonostante questo lento rifiorire, nulla ancora è paragonabile ai miei anni passati al fiume. Ora vedo il mulino arrugginito, oltre alla diga, la casa del mugnaio che è scomparsa. Insomma, ancora non ci siamo, ma vedo dei miglioramenti».
Quindi è felice dell’iniziativa di Legambiente?  
«Si, decisamente. Faccio i miei complimenti a Minazzi, a De Simone e a tutta Legambiente per l’iniziativa. L’Olona non è importante solo per me, ma lo è per tutti. Ed è ora di vederlo nella sua piena bellezza, pulito, senza scarichi e di nuovo balneabile. Di nuovo pulito e con una natura rigogliosa come quando io ero bambina e amavo farci il bagno. Per me era importante andare al fiume, lo facevo con la mia famiglia e quelle zone hanno rappresentato e rappresentano ancora molto per me. Oggi sapere che sono tornati a fare il bagno e che anche mio figlio si è immerso è stato molto emozionante».

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Pubblicato il 13 Luglio 2009
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