“Se la Fiom vuole il referendum, siamo pronti a rispondere”

Mario Ballante segretario provinciale della Fim-Cisl parla del contratto dei metalmeccanici e replica alla Cgil. «Ci sono maglie del contratto appena firmato che permettono di recuperare l'unitarietà perduta»

Mario Ballante (foto a sinistra) è diventato segretario provinciale della Fim (i metalmeccanici della Cisl) nel periodo in cui veniva approvato il contratto collettivo nazionale. Quel contratto, però, non è stato firmato dalla Fiom-Cgil che oggi rivendica una posizione di «rottura», rispetto a Cisl e Uil, anche sul territorio, quello stesso territorio dove per anni la concertazione e l’intesa tra i sindacati è stata forte. Le dichiarazioni lapidarie uscite da via Nino Bixio e firmate da Domenico Lumastro (Fiom) non lasciano spazio a molte interpretazioni.

Ballante, la Fiom dice che voi e la Uilm siete complici delle strutture nazionali che stanno calpestando un principio elementare di democrazia: gli accordi si fanno se c’è il consenso dei lavoratori. È rottura definitiva?
«Non si puo’distruggere un patrimonio di attività unitarie che ha caratterizzato il sindacato nel Varesotto. Ci sono maglie del contratto appena firmato che permettono di recuperare quella unitarietà perduta»

In che modo?
«Sono previste, ad esempio, commissioni territoriali per la contrattazione di secondo livello e io ritengo che sia indispensabile che la Cgil ne faccia parte. Il sindacato disunito è un elemento di debolezza».
Per la Fiom il consenso dei metalmeccanici è prioritario per l’accordo. E per voi?
«Questo è un contratto che ha solo componenti positive per i lavoratori. Il discorso che facciamo noi  non è “meglio questo di niente”. Quello firmato era il miglior contratto possibile, tenuto conto di alcune situazioni di contesto di cui la crisi è quella principale. Ma anche il discorso riguardante la produttività va messo in conto».
Perché le tute blu dovrebbero gioire per l’accordo raggiunto?
«Il contratto, che entra in vigore il primo gennaio del 2010, prevede un aumento totale di 2678 euro ripartito in 30 mesi con un’inflazione pari al 4,95 per cento, cioè nettamente inferiore rispetto al 2005 e al 2007. Vuol dire che l’aumento avrà un potere di acquisto maggiore perché non se lo mangia l’inflazione. Inoltre, sarà effettivo fin dal primo giorno ed è stato ottenuto senza alcuno sciopero. In termini di cifra assoluta questo aumento è superiore a tutti gli altri che l’hanno preceduto».
La Fiom minaccia il referendum tra i lavoratori. In altre parole sfida le altre organizzazioni sindacali a contarsi. Come affronterete questa prova di forza?
«Io non ho paura, sapevamo che ci avrebbero attaccato. Però sfatiamo un tabù perché nessuno ha un bilancio che indica gli iscritti a un sindacato certificati da un ente terzo. L’unico ente terzo che lo ha fatto certifica che la Fiom ha il 45% degli iscritti, Fim e Uilm l’altro 45%, altri sindacati il restante 10 % Comunque è la terza volta che facciamo un accordo separato e alla fine il lavoratore si è messo l’aumento in tasca senza protestare. Il significato di questo contratto è che le nuove regole funzionano».
Il timore della Cgil è che un accordo separato vada a incidere sui diritti. Questo contratto coinvolge la parte normativa?
«Non c’è alcun scambio in alcun punto del contratto. Tutto ciò che è stato riscritto è stato fatto per acquisire diritti e non per svenderli. Se fossimo stati uniti nella firma di questo contratto si poteva fare quella scrematura che di solito si fa al rinnovo del contratto. Ma senza la Cgil era pericoloso».
C’è una parte di questo contratto che ritiene fondamentale?
«Certo, è il fondo di sostegno al reddito per i lavoratori in cassa integrazione a zero ore e per quelli che in malattia da lungo tempo. Viene finanziato dalle aziende con due euro per ogni dipendente per un periodo di due anni. A questo fondo potranno partecipare anche i lavoratori con il contributo di un euro. Al termine dei due anni l’azienda continuerà a versare i suoi due euro per ogni lavoratore che ne versa uno. Un bel principio di responsabilità e solidarietà. Uno strumento utile per la prossima crisi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Ottobre 2009
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