Polemica sulla cuoca dell’asilo nido. Attaccano i sindacati, risponde il sindaco

L’amministrazione ha deciso di affidare in concessione la gestione del centro di cottura dell'asilo nido e i dipendenti passerebbero alla ditta che vincerà l'appalto. I sindacati: "La dipendente subirebbe danni concreti"; la Giunta: "Agito secondo la legge"

municipio malnate

Botta e risposta tra sindacati e Giunta Comunale di Malnate su un tema delicato. L’amministrazione ha deciso di affidare in concessione la gestione del centro di cottura per lo svolgimento del servizio di ristorazione scolastica per gli utenti delle scuole dell’asilo nido, facendo così assumere anche i dipendenti della struttura alla società che vincerà l’appalto.

I sindacati si sono mossi, in quanto ritengono che “la dipendente subirebbe danni concreti da tale trasferimento presso la ditta vincitrice della concessione, sia in termini di diritti, non avendo più un contratto pubblico sia in termini di certezza del contratto di lavoro, infatti già troppe volte abbiamo visto che in situazioni del genere i dipendenti coinvolti vengono scaricati dopo qualche anno dalle aziende”.

Il Comune invece risponde che la decisione “trova la sua motivazione in precise disposizioni normative: l’articolo 31 del dlgs 165/2001 prevede che qualora un ente pubblico trasferisca parti di propria attività ad altri soggetti pubblici o privati, il personale in forza debba passare alle dipendenze del soggetto che svolge tale servizio. In questa ipotesi ovviamente   il rapporto di lavoro continua con il cessionario   del servizio ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano”.

Di seguito i comunicati dei sindacati e della Giunta Comunale:

FP CGIL VARESE – CISL FP DEI LAGHI – UIL FPL VARESE

Varie scelte gravi e sicuramente discutibili hanno compromesso in questi anni il rapporto tra l’Amministrazione comunale di Malnate e il personale comunale. Prima un’ipotesi di esternalizzazione dell’asilo nido che coinvolgeva il personale educativo fortunatamente rientrata, poi una riorganizzazione interna degli uffici e dei servizi, riorganizzazione che ha portato dei risparmi di gestione, di cui una parte come prevede la legge da destinarsi all’incremento della produttività.

Un altro tasto dolente è che da oltre tre anni non si riesce a definire le modalità di distribuzione di queste risorse, l’amministrazione insiste per distribuirle secondo le fasce di Brunetta. Le parti sindacali vorrebbero invece che si tenesse conto sia di chi maggiormente ha contribuito alla riorganizzazione ad esempio cambiando ufficio o attività, sia del restante personale che indirettamente ha consentito di realizzare i risparmi di gestione. Ci sono poco più di 10 mila euro da ripartire e non si riesce a raggiungere un‘intesa per la distribuzione.

Il sistema di valutazione attualmente in vigore ha generato delle anomalie andando a penalizzare il personale di Categoria B, proprio quello che molto spesso svolge, a seguito del blocco delle assunzioni e della riorganizzazione, competenze che potrebbero essere più corrispondenti alle categorie superiori. L’amministrazione venuta a conoscenza di tali anomalie attraverso i responsabili di settore e il segretario generale del comune invece di convocare le parti sindacali per tentare di apportare dei correttivi, ha fatto finta di nulla, fino a quando nell’erogazione della produttività il personale di cat. B si è accorto che nella busta paga solo 3 su 26 avevano raggiunto l’eccellenza.

La giunta comunale ha deciso fin dai primi mesi dello scorso anno di affidare in concessione la gestione del centro di cottura per lo svolgimento del servizio di ristorazione scolastica per gli utenti delle scuole dell’asilo nido, provvedendo al trasferimento alla Concessionaria del personale comunale addetto alla preparazione dei pasti dell’asilo nido, utilizzando la cessione di ramo d’azienda così come previsto dall’art. 2112 del Codice Civile.

L’amministrazione comunale di Malnate aveva già proceduto a un primo bando che è andato deserto, a un secondo a cui hanno partecipato un paio di ditte che non avevano i requisiti richiesti. Sicuramente la cosa che ci ha più preoccupato fin dall’inizio è il destino dell’unica dipendente comunale (in servizio da 20 anni al comune di Malnate) coinvolta in questa operazione.

La dipendente subirebbe danni concreti da tale trasferimento presso la ditta vincitrice della concessione, sia in termini di diritti, non avendo più un contratto pubblico sia in termini di certezza del contratto di lavoro, infatti già troppe volte abbiamo visto che in situazioni del genere i dipendenti coinvolti vengono scaricati dopo qualche anno dalle aziende.

Abbiamo esposto le nostre preoccupazioni in vari incontri alla Delegazione trattante di parte Pubblica, ma anche al Sindaco e all’Assessore alla partita proponendo le seguenti soluzioni: il comune di Malnate non è un Ente piccolo ( 80 dipendenti), e la dipendente coinvolta è una sola, tale fatto agevolerebbe una sua ricollocazione all’interno dell’Ente, tanto più che la categoria di inquadramento B1 ne consentirebbe l’impiego come impiegato esecutivo o come addetto bibliotecario smentendo così quanto stato scritto nella delibera di giunta secondo cui la maggior parte delle mansioni operative sono svolte da ditte esterne, cosa peraltro ribadita al tavolo di trattativa asserendo che non servono inservienti.

Inoltre questa soluzione non costituirebbe un costo aggiuntivo per l’amministrazione essendo la dipendente pagata dall’Ente da 20 anni.

Aggiungiamo che non regge anche la motivazione secondo cui la dipendente non avrebbe la professionalità per essere ricollocata visto che ormai ci sentiamo ripetere come un mantra che i lavoratori devono mettersi in gioco e crearsi nuove opportunità di lavoro, attraverso percorsi formativi.

E’ triste vedere che amministrazioni di Centrodestra, in condizioni analoghe, hanno ricollocato ben tre dipendenti all’interno dell’Ente (Cassano Magnago e qualche settimana fa Viggiù) mentre un’amministrazione di Centrosinistra si rifiuta.

Come ultima possibilità abbiamo anche prospettato un comando, la cuoca resterebbe dipendente del Comune pur svolgendo le stesse mansioni presso la ditta vincitrice della concessione. Anche questa ulteriore proposta non è stata accolta. Riteniamo quindi che, evidentemente, non si tratta di difficoltà tecniche ma che manca la volontà politica di trovare una soluzione che è a portata di mano.

Un ultimo fatto non meno preoccupante per il futuro di una parte del personale comunale è l’atto di intesa per la costituzione di una Unione di Comuni per la gestione associata di funzioni e servizi comunali a far data dal 2016. Le organizzazioni sindacali hanno richiesto ai Comuni interessati per ben due volte l’apertura di un confronto in data 26 febbraio e 29 aprile u.s. ricevendo come unica risposta quella del Sindaco del Comune di Castiglione Olona il 10 maggio, in cui si confermava la sua disponibilità all’incontro invitando il Comune di Malnate in qualità di promotore della costituenda Unione a individuare data e luogo per l’incontro. Il Comune di Malnate nella veste del Sindaco non ha dato risposta.

Le Organizzazioni Sindacali auspicano che dopo la tornata elettorale, la nuova amministrazione, si ponga immediatamente come obbiettivo quello di affrontare le criticità qui elencate a partire dalla ricollocazione della cuoca, in quanto non è concepibile che dopo aver preparato pasti per intere generazioni la stessa venga penalizzata con una veste giuridica più precaria trasferendola al privato.

La risposta della Giunta non è tardata ad arrivare tramite una nota ufficiale, nella quale il Comune spiega

La decisione della Giunta Comunale di disporre il trasferimento presso l’azienda concessionaria del servizio di ristorazione scolastica dell’attuale cuoca dell’asilo nido trova la sua motivazione in precise disposizioni normative, che disciplinano esattamente la fattispecie: infatti l’articolo 31 del dlgs 165/2001 prevede che qualora un ente pubblico trasferisca parti di propria attività ad altri soggetti pubblici o privati, il personale in forza debba passare alle dipendenze del soggetto che svolge tale servizio. In questa ipotesi ovviamente   il rapporto di lavoro continua con il cessionario   del servizio ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano ( art. 2112 codice civile )

Le proposte di parte sindacale di riqualificare la dipendente in altre mansioni non può trovare   assenso da parte dell’Amministrazione Comunale perché l’attuale dotazione comunale di dipendenti del suo stesso livello   è già   più che adeguata alle esigenze degli uffici.

E neppure è applicabile in questa specifica condizione il cosiddetto “comando” presso la ditta concessionaria, perché questo particolare facoltà dell’ente pubblico   può essere attivata soltanto quando il comando abbia carattere temporaneo e sia collegato alla realizzazione di specifici progetti da parte dell’Amministrazione . In questo caso nessuna delle due condizioni può essere soddisfatta perché non può considerarsi temporaneo un comando pari alla durata della concessione del servizio che sarà di 10 anni, ne l’amministrazione ha inteso realizzare alcun specifico progetto sulla ristorazione scolastica, ma invece esternalizzarne il servizio.

L’amministrazione Comunale comunque, prima di assumere la sua decisione,   si è accertata che il trasferimento ad azienda privata,   non potesse   in nessun caso ledere i diritti acquisiti dalla cuoca comunale nè la sua attuale retribuzione, ed entrambi sono garantiti, contrariamente a quanto erroneamente affermato dalle parti sindacali.

 

RIFERIMENTI NORMATIVI

Dlgs 165/ 2001

Art. 23-bis. Disposizioni in materia di mobilità tra pubblico e privato

 

  1. Sulla base di appositi protocolli di intesa tra le parti, le amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2,( tra cui gli enti locali) possono disporre, per singoli progetti di interesse specifico dell’amministrazione e con il consenso dell’interessato, l’assegnazione temporanea di personale presso altre pubbliche amministrazioni o imprese private. I protocolli disciplinano le funzioni, le modalità di inserimento, l’onere per la corresponsione del trattamento economico da porre a carico delle imprese destinatarie. Nel caso di assegnazione temporanea presso imprese private i predetti protocolli possono prevedere l’eventuale attribuzione di un compenso aggiuntivo, con oneri a carico delle imprese medesime.

Art. 31. Passaggio di dipendenti per effetto di trasferimento di attività

  1. Fatte salve le disposizioni speciali, nel caso di trasferimento o conferimento di attività, svolte da pubbliche amministrazioni, enti pubblici o loro aziende o strutture, ad altri soggetti, pubblici o privati, al personale che passa alle dipendenze di tali soggetti si applicano l’articolo 2112 del codice civile e si osservano le procedure di informazione e di consultazione di cui all’articolo 47, commi da 1 a 4, della legge 29 dicembre 1990, n. 428

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Giugno 2016
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