Palaghiaccio, la strada è tracciata: ecco a che punto è l’iter

Il bando lanciato da Palazzo Estense darà un verdetto definitivo su chi dovrà ristrutturare l'impianto. Il Comune ha scelto il project financing e "punta" sul ghiaccio in vista delle Olimpiadi

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Il Comune di Varese ha da poco annunciato la pubblicazione di un nuovo bando per il palaghiaccio, struttura che da molti anni necessita di un intervento molto profondo e che oltre alla “pista” destinata a hockey e pattinaggio ospita anche una piscina molto utilizzata dai cittadini. È dunque il caso di fare il punto della situazione, proprio in vista della scadenza del 19 giugno (indicata dal bando) a seguito della quale conosceremo finalmente i soggetti che saranno incaricati di intervenire in maniera radicale sulla struttura di via Albani.

COSA È SUCCESSO NEL 2019

Nel 2019 il palaghiaccio comunale è già stato oggetto di un bando per la riqualificazione dell’impianto sportivo. Alla gara hanno partecipato due cordate: a spuntarla è stata quella che fa riferimento alla AEVV Impianti srl, società del gruppo Acsm-Agam (quindi imparentata con Enerxenia, per intenderci) specializzata in efficientamento degli edifici e in risparmio energetico. All’apertura delle buste, la proposta di AEVV (che era in partnership con una associazione sportiva dilettantistica, la Progetto Nuoto) ha raccolto 72,5 punti contro i 55 della cordata alternativa, quella formata da Energon Esco e dagli attuali gestori, i Killer Bees Varese.

IL CANONE A CARICO DEL COMUNE

Dopo quella “prima fase” si è aperta quella della concertazione tra il Comune e la cordata vincente per definire i termini del secondo bando, quello appunto lanciato pochi giorni or sono. In particolare, i tecnici comunali hanno valutato in 445mila euro il canone che Palazzo Estense dovrà versare annualmente ai gestori del palaghiaccio. Spieghiamoci meglio: per la ristrutturazione del Palalbani il Comune non dovrà sborsare soldi propri (salvo quelli ottenuti dal Governo per il bando “Sport e periferie”, che ammontano a circa 1,8 milioni di euro). Chi si aggiudicherà il bando dovrà invece investire i fondi necessari per effettuare i lavori che, ripetiamo, dovranno consegnare alla città un impianto praticamente nuovo. A quel punto, il Comune inizierà a versare un canone che servirà a contribuire ai costi di realizzazione, a pagare le utenze e a sostenere parte dei costi di gestione. «Da quel momento, però, il Comune non dovrà più intervenire, neppure per cambiare una lampadina fulminata e, anzi, potrà impugnare un contratto che obbligherà i gestori a cambiare la lampadina stessa» spiega il sindaco Davide Galimberti, per fare capire quale sarà la situazione.

ORA, IL NUOVO BANDO

Il bando che scadrà il prossimo 19 giugno servirà a determinare chi, effettivamente, dovrà occuparsi del progetto definitivo, della realizzazione dei lavori e della gestione. Il bando è aperto a tutti e sarà vinto dalla cordata che – oltre che presentare adeguate garanzie, a partire da una fidejussione di valore pari al totale dei lavori – sarà in grado di abbassare ulteriormente il canone a carico del Comune. I proponenti, ovvero AEVV Impianti e Progetto Nuoto, partiranno da una situazione di vantaggio ma non è scontato che siano loro a vincere la contesa.

Mastini Varese - Appiano Pirates 8-0
Due giocatori dei Mastini impegnati sulla pista di via Albani

COSA ACCADRÀ A GIUGNO?

Il 19 giugno, come detto, è la data limite per consegnare a Palazzo Estense le buste con le proposte. La valutazione dovrebbe essere rapida, quindi nel giro di qualche giorno sapremo quali saranno le aziende chiamate a riammodernare profondamente tutta l’area sportiva di via Albani. A quel punto, prima di vedere effettivamente la partenza del cantiere, sarà necessaria l’approvazione del progetto esecutivo che (il calcolo però non è scientifico) potrebbe essere pronto alla fine dell’autunno. Comunque sia, l’indirizzo del Comune dovrebbe essere quello di salvaguardare il più possibile l’attività sportiva, quindi l’esecuzione dei lavori dovrà tenere conto per quanto possibile i calendari delle società basate in via Albani.

LA SCELTA DEL PROJECT FINANCING

«Le strade erano due: procedere con i tradizionali appalti o ricorrere allo strumento del project financing – spiega ancora Galimberti – Abbiamo scelto quest’ultima per più motivi: anzitutto, la strada “tradizionale” avrebbe richiesto tra diverse gare d’appalto per progettazione, realizzazione dei lavori e gestione della struttura; con il project financing invece i soggetti sono tutti coinvolti fin da subito. Ciò consente anche di realizzare una struttura già “disegnata” per le esigenze successive: chi la realizza deve anche pensare poi a come sfruttarla al meglio. Infine, ma non è una considerazione marginale, il Comune ha un vantaggio economico agendo in questa direzione, secondo i calcoli effettuati dai tecnici».

L’OBIETTIVO A MEDIO TERMINE

Il “palaghiaccio che verrà” non dovrebbe presentare differenze radicali rispetto a quello attuale per quanto riguarda la planimetria, ma i criteri di costruzione e le soluzioni dovrebbero consegnare alla città una struttura nuova, all’avanguardia, funzionale e fruibile da migliaia di utenti ogni settimana. Al di là di ciò, il Comune non fa mistero che l’impianto possa diventare un riferimento in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: non certo come sede di gara (quelle sono già decise) ma piuttosto come “base” per una o più nazionali fin dagli anni precedenti i Giochi, un po’ come già accade per alcuni centri remieri dei nostri laghi. «Con il palaghiaccio intendiamo proseguire sulla significativa riqualificazione dell’impiantistica sportiva di Varese – conclude ancora Galimberti – Questo intervento ci dà fiducia in vista del 2026, perché riteniamo che le Olimpiadi potranno avere ricadute economiche importanti anche per la nostra città».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Maggio 2020
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