Le tappe della pandemia, ecco come è andata nella prima fase
Le principali tappe e testimonianze di due terribili mesi da fine febbraio al 4 maggio. La provincia di Varese all'inizio della fase 2 aveva tremila casi e 411 morti. La Lombardia aveva superato i 78mila con oltre 14mila morti
Abbiamo iniziato a sentir parlare del coronavirus all’inizio di gennaio. Una notizia che sembrava lontanissima. Quasi non ci riguardasse per nulla perché arrivava da Wuhan, una città cinese in cui alcuni medici avevano individuato un nuovo virus che più tardi venne denominato SARS-CoV-2.
La nostra storia, a due passi dal Varesotto, inizia il 21 febbraio quando viene scoperto il paziente 1 a Codogno. Il virus certamente circolava da tempo e ancora oggi non è stato ricostruito con sicurezza quali siano i canali di diffusione. La fase uno della pandemia è durata fino al 4 maggio, quando tutte le restrizioni si allentano.
In quei mesi le province più colpite furono Bergamo, Brescia e Cremona “risparmiando” Varese che a solo a maggio era arrivata a tremila casi e 411 morti. La Lombardia aveva superato i 78mila con oltre 14mila morti.
Di seguito ricostruiamo alcune tappe della fase uno. Non ha alcuna ambizione di raccontare tutto quello che è accaduto. Vi diciamo solo che in questi mesi abbiamo scritto più di tremila articoli
LE TAPPE DELLA PANDEMIA
31 gennaio: Primi due casi di contagio sul territorio italiano. Sono due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma.
21 febbraio: Primo caso di coronavirus in Italia. Il paziente uno è un trentottenne di Codogno in provincia di Lodi in Lombardia.
22 febbraio: Il governo dichiara “zona rossa” Codogno e altri dieci comuni vicini, e Vo’ in Veneto.
23 febbraio: 89 casi in Lombardia. Vengono chiuse le scuole, i cinema, musei e bar e ristoranti dopo le sei di sera.
25 febbraio: Primo caso di coronavirus in Canton Ticino: è un 70enne ricoverato a Lugano
26 febbraio: Una dipendente della Regione è positiva al virus. Il Presidente Attilio Fontana in isolamento preventivo.
28 febbraio: Primo caso di Coronavirus in provincia, è un 74enne in osservazione a Busto Arsizio.
4 marzo: Chiudono tutte le scuole in Italia.
7 marzo: Primi due morti in provincia di Varese per il covid-19.
8 marzo: Superati i 5000 casi in Italia.
La Lombardia è in lockdown. “Spostamenti solo per motivi di lavoro, salute o necessità“.
10 marzo: Primo morto per coronavirus in Canton Ticino. Sea chiude il satellite centrale di Malpensa. Varesenews apre il servizio per i commercianti con una mappa dei negozi che consegnano a domicilio.
11 marzo: Muore a causa del Covid-19 il dottor Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici.
Il Premier Giuseppe Conte in un videomessaggio annuncia il restringimento delle misure. «Chiudono tutte le attività ad eccezione di alimentari, farmacie e servizi essenziali».
14 marzo: In Lombardia superata quota 10mila contagi con una impennata nell’ultimo giorno. In provincia di Varese siamo a 158. In Canton Ticino con una popolazione di 350mila abitanti ci sono 265 casi, 64 ricoverati in ospedale, 13 in terapia intensiva e 5 decessi. Chiusi tutti gli esercizi pubblici e i negozi che non offrono beni di prima necessità.
15 marzo: Gli occhi in terapia intensiva. Il racconto di Sveva, infermiera in neurorianimazione, oggi dedicata ai malati di Covid-19.
Tu, che non sai nulla di loro, della loro storia, delle loro piccole e grandi battaglie, dei loro sogni, dei loro amori, dei loro rimpianti. È una responsabilità enorme. Tu che hai solo 5 minuti, il tempo di guardarli negli occhi, da dietro quell’involucro troppo spesso, e di stringergli una mano con la tua, coperta da 3 paia di guanti, e sussurrargli, oltre il rumore della cpap, del fiato corto e dei pensieri affannati, che andrà tutto bene.
18 marzo: Primo caso di coronavirus alla Fondazione Molina.
La guerra di Alessandro contro il Coronavirus con il terrore di perdere il respiro.
Sono stato una notte in pronto soccorso e poi spostato nel reparto di chirurgia toracica, quindi agli infettivi. Avevo il respiro corto: mi hanno messo dapprima i tubicini nel naso, poi sono passato alla mascherina. Ma anche questa, a un certo punto, non è stata più sufficiente. Me ne hanno messa un’altra più complessa sino alla Cpap. L’anticamera della terapia intensiva
19 marzo: Le bare di Bergamo arrivano anche a Varese per la cremazione.
20 marzo: In Lombardia superati i 25.000 contagi, in provincia di Varese i 300.
22 marzo: Scatta il divieto per le persone fisiche di spostamenti tra comuni.
23 marzo: Luca Viscardi, direttore di Radion NumberOne riesce a scrivere un messaggio dall’ospedale dopo due settimane di ricovero.
Oggi mi sembra di essere tornato da un lungo viaggio, anche se non ho ancora capito bene dove mi stia portando e quando mi devo aspettare che finisca.
Le ultime due settimane sono state una delle esperienze più difficili della mia vita, non solo fisicamente perché ciò che soffre di più nel percorso di questo maledetto virus è la testa.
Oggi, pur con la respirazione assistita, anche se non sono in grado di alzarmi in piedi e stare seduto sul letto é uno sforzo che sembra enorme, sento le energie che tornano dentro di me, piano piano.
Non so quanto ci vorrà ancora, ma so che sono sulla strada giusta.
Dopo due settimane infernali io devo pronunciare una sola parola, migliaia di volte: GRAZIE.
28 marzo: Medico suona il piano dopo il turno all’ospedale di circolo Varese
Dimesso il primo paziente dalla terapia intensiva. Si tratta di un medico di Bergamo, intubato tre settimane prima, ricoverato in terapia neurochirurgica, poi in quella cardiochirurgica.
29 marzo: Il Varesotto rallenta la crescita dei contagi: 44 positivi in più. In totale i casi sono 812.
Varese deserta in una domenica di primavera. È il silenzio il protagonista assoluto.
2 aprile: La provincia di Varese supera i mille contagi e i 100 morti.
Covid-19, l’andamento dell’epidemia comune per comune in provincia di Varese.
3 aprile: In provincia di Varese i decessi sono cresciuti del 52,9%.
6 aprile: Un video sulle strade di una provincia deserta.
10 aprile: le misure restrittive vengono prorogate fino al 4 maggio.
Dopo un lungo silenzio di ATS, in una lunga intervista la dottoressa Esterina Poncato, direttrice del socio sanitario e il direttore generale Lucas Maria Gutierrez fanno il punto della situazione. “La situazione nelle Rsa e sul territorio non è drammatica”.
Ospedali vietati: sospesi visite e accompagnamenti.
15 aprile: L’epidemia di Covid-19 nelle case di riposo e nelle Rsd della provincia di Varese comune per comune.
17 aprile: Nel Varesotto superati i 2.000 contagi.
18 aprile: Il racconto di Andrea ripercorre le tappe che hanno portato alla morte di suo papà e alla gestione della quarantena della famiglia.
Mio padre manifesta i primi sintomi di ciò che, passando da influenza e bronchite, si rivelerà coronavirus. Cinque giorni dopo viene ricoverato e il 15 marzo risulta positivo al tampone, iniziando il proprio percorso in terapia intensiva. Mio padre si aggrava nei giorni successivi e l’8 aprile, dopo aver combattuto strenuamente – con l’aiuto prezioso di un personale sanitario preparatissimo ma abbandonato a turni strazianti, sottonumerato e con mezzi risicati – ci lascia.
19 aprile: Il Canton Ticino supera i tremila contagi.
23 aprile: “Nel reparto covid ho imparato a comunicare con gli sguardi”. Dal 20 di marzo Alessandra lavora come infermiera nel reparto Covid della pneumologia. Un’esperienza intensa e difficile che le ha richiesto un grande sforzo emotivo.
Il lavoro è cambiato. Non solo attenzione e professionalità ma anche una tenuta emotiva nuova, capace di gestire l’ansia e il dolore che vedi attorno a te. E proprio queste novità hanno fatto da collante tra il personale che ha scoperto un modo nuovo di fare squadra, di sostenersi a vicenda, di andare oltre a nomi e qualifiche per collaborare tutti insieme. Uniti anche nella risata per stemperare le preoccupazioni, o nella ricerca di approcci più favorevoli
Io ero abitata a gestire l’evento tragico. Ma non la solitudine di questa morte. Accanto al paziente, nei suoi ultimi minuti, c’eravamo solo noi, nessun parente, nessun volto amico. Solo noi bardati completamente e poco riconoscibili. La disperazione dei loro occhi è un dettaglio che mi rimarrà impresso, così come il bisogno di umanità che esprimevano quei volti piegati dalla malattia.
28 aprile: Il personale sanitario dell’ospedale ringrazia tutti.
1 maggio: Chiude il reparto di terapia intensiva Covid-19 dell’ospedale di Circolo. Sveva che lavorava lì scrive: “La neurorianimazione è vuota, spoglia. Noi abbiamo chiuso, ma il virus non ha chiuso con noi”.
4 maggio: Comincia la “fase 2”. Il primo giorno della fase 2 a Varese. Le città in provincia ripartono con prudenza.
L’editoriale del direttore Marco Giovannelli.
Dovremo convivere con il virus. Questo sarà bene ricordarcelo spesso, ma chi governa dovrebbe avere più coraggio e visione e avviare un grande piano di digitalizzazione. Altrimenti muoverci sarà come giocare alla roulette russa.
In Lombardia non ce l’hanno fatta 14.294 persone. A metà aprile i dati Istat indicano che nel Varesotto l’aumento della mortalità è del 36%.
I contagi quotidiani accertati in tutta Italia sono ormai sotto i 1.500. In Lombardia sono poco sopra i 500 in provincia di Varese 55.
6 maggio: Il bilancio di due mesi di lavoro dell’Ospedale di Circolo: 1155 pazienti con Covid: 798 dimessi e 173 deceduti.
La provincia di Varese supera i 3.000 contagi e ci sono 411 morti. Busto Arsizio, Varese, Saronno e Gallarate sono sopra i duecento casi.
3 giugno: torniamo a poterci spostare tra regioni
Si può chiudere qui la prima fase della pandemia scatenata dal coronavirus. Potete trovare tante ulteriori informazioni nei link qui sotto.
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