La strega diventa poeta
Laura Ricci conosce molto bene il meccanismo liberatorio dei sentimenti che si fanno storia e ce lo propone in questa bella raccolta di versi. “La strega poeta” (Lieto Colle) riesce nella difficile operazione di scomposizione del tempo e degli opposti che lo abitano
«Dicono che anche la memoria/sia un’emozione. se così è/durerà mille anni la mia». Dicono che alle streghe la memoria non interessi, perché loro il tempo non lo depositano, ma lo attraversano. Ai poeti, forse, interessa perché la memoria se si affranca dall’emozione puo’ diventare storia.
Laura Ricci conosce molto bene il meccanismo liberatorio dei sentimenti che si fanno storia e ce lo propone in questa bella raccolta di versi. “La strega poeta” (Lieto Colle) riesce nella difficile operazione di scomposizione del tempo e degli opposti che lo abitano. I versi di riletture – l’apertura del libro – rimettono in gioco celebri amori passati con grazia feroce e perfida virtù, capovolgendo le ragioni del destino, quasi mai benigno, sempre menzognero.
La strega a volte prende il sopravvento, ma il poeta è capace di ricondurla nella sua dimensione contraddittoria. Questo falso e perenne duello tra gli opposti (falso perché quel dualismo è l’essenza della nostra unità) è evidente nelle pagine in “Re minore”, dove il tono musicale diminuente indica chiaramente l’inseparabilità di ciò che è gioco da ciò che è sofferenza. C’è una musicalità che, diminuendo, introduce una lieve ferita senza la volontà di ferire.
Laura Ricci conosce molto bene il meccanismo liberatorio dei sentimenti che si fanno storia e ce lo propone in questa bella raccolta di versi. “La strega poeta” (Lieto Colle) riesce nella difficile operazione di scomposizione del tempo e degli opposti che lo abitano. I versi di riletture – l’apertura del libro – rimettono in gioco celebri amori passati con grazia feroce e perfida virtù, capovolgendo le ragioni del destino, quasi mai benigno, sempre menzognero.
La strega a volte prende il sopravvento, ma il poeta è capace di ricondurla nella sua dimensione contraddittoria. Questo falso e perenne duello tra gli opposti (falso perché quel dualismo è l’essenza della nostra unità) è evidente nelle pagine in “Re minore”, dove il tono musicale diminuente indica chiaramente l’inseparabilità di ciò che è gioco da ciò che è sofferenza. C’è una musicalità che, diminuendo, introduce una lieve ferita senza la volontà di ferire.
Eppure tutti noi abbiamo "il diritto di essere gentili" anche se fuori il mondo è duro, feroce, poco abituato alla delicatezza declinata tutta al femminile, in una società che è invece patriarcale e imbevuta di forza maschia.
Crescere interiormente è difficile, si tende e non si arriva mai, nonostante "gli sterminati passi" di un’esistenza. Allora ci aiuta la parola (di Laura Ricci) e la sua magia capace di generare potere e fascino.
Crescere interiormente è difficile, si tende e non si arriva mai, nonostante "gli sterminati passi" di un’esistenza. Allora ci aiuta la parola (di Laura Ricci) e la sua magia capace di generare potere e fascino.
E quando sarà il momento del silenzio, svanirà il dolore e con esso la bellezza.
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