“Il lupo” e “scimmietta” finiscono in manette

Tre spacciatori fermati dalla Polizia dopo un pedinamento: operavano nei boschi di Gorla Maggiore. Il ventiduenne soprannominato "scimmietta" era latitante da marzo




La Polizia di Stato ha arrestato nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio uno spacciatore marocchino latitante, che insieme ad altri due soci operava nel bosco di Gorla Maggiore detto “alla macchina bruciata”, luogo di riferimento per i tossicodipendenti della zona. L’operazione è partita dal commissariato di Gallarate: a condurre agli spacciatori, il pedinamento di due italiani che avrebbero fatto da tassisti per il gruppo di criminali. 

L’indagine ha preso avvio da un arresto avvenuto lo scorso 11 marzo nei boschi di Gorla Maggiore, nella zona conosciuta dagli “addetti ai lavori” come “alla macchina bruciata”. In quell’occasione la polizia arrestò il ventiduenne marocchino Hassam El Khayati. Il suo complice riuscì a fuggire, ma fu identificato, in quanto già noto alle forze dell’ordine: si trattava di Abdul Samad Sherif, detto “scimmietta”, per il quale il pm Roberto Pirro emise una ordinanza di custodia cautelare.
Per arrivare al latitante, gli uomini della squadra investigativa del commissariato guidato da Franco Novati hanno pedinato due clienti del supermarket dello spaccio, padre e figlio italiani, rispettivamente di 59 e 36 anni. I due, entrambi pregiudicati e residenti a Cascinetta, erano chiamati a fare da “taxi” per i pusher, riportandoli dal bosco alle abitazioni: il servizio veniva ricompensato con dosi di cocaina per il figlio, tossicodipendente.
 

Il pedinamento è iniziato a Gallarate poco prima della mezzanotte del 30 aprile. Arrivati ai margini del bosco di Gorla i due italiani hanno caricato in automobile altre tre persone di origine marocchina. L’azione delle forze dell’ordine si è conclusa a Cislago, dove l’automobile degli spacciatori è stata fermata: il latitante Abdul Sherif, “scimmietta”, ha colpito uno degli agenti con la portiera dell’auto e si è dato alla fuga, ma, dopo una breve colluttazione durante la quale ha estratto anche un coltello, è stato immobilizzato e arrestato. Gli vengono contestati i reati di spaccio, detenzione di arma e resistenza a pubblico ufficiale. Gli altri due magrebini, R.S. detto “il lupo” (39 anni) e K.A.A. (22 anni) sono sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per concorso in spaccio. I due italiani non sono al momento indagati.
Addosso a R.S., probabilmente il capo del gruppo, sono stati trovati tremila Euro in contanti, parte del guadagno della giornata, e una dose di cocaina, destinata con tutta probabilità a pagare il servizio-taxi svolto dai due italiani. Il grosso degli stupefacenti sarebbe invece nascosto in nascondigli ben occultati all’interno del bosco di Gorla “alla macchina bruciata”. Una banda di spacciatori operanti nella zona era stata catturata lo scorso anno nella stessa località.   

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Maggio 2009
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