Accam, Farisoglio: «Prestito per revamping troppo oneroso»
Il sindaco di Castellanza torna sul finanziamento per la ristrutturazione dell'inceneritore: «A noi prestiti a condizioni molto migliori». Cicero: «Non regaleremo soldi a nessuno»
La ristrutturazione di Accam continua a creare dissapori tra gli amministratori di Castellanza. Dopo l’uscita dell’assessore al bilancio Galli che aveva fortemente criticato la richiesta di una fidejussione da 400 mila euro al comune socio (al 4%) paventando l’uscita dal patto di stabilità ora è il sindaco Fabrizio Farisoglio a chiedere di rivedere lo spread (il guadagno delle banche nei prestiti) del mutuo da 40 milioni di euro per il famoso revamping dell’impianto di smaltimento di Borsano.
«Quel tasso è molto alto – dice Farisoglio – noi abbiamo ottenuto mutui per Castellanza servizi (nel 2009, ndr) con un tasso che è quasi la metà, per la precisione l’1,23%. A nostro giudizio è troppo alto il 2% richiesto ad Accam, anche se siamo in un periodo particolare per i prestiti bancari, in uscita da un momento nero per le banche». Proprio questo, secondo Paolo Cicero presidente di Accam, è il problema: «Quando ad ottobre 2008 molte banche sono andate in crisi, alcune hanno anche rifiutato di finanziarci mentre quelle che sono rimaste hanno chiesto maggiori garanzie – spiega Cicero – così si spiega perchè un tasso così alto. Certamente andremo a trattare anche sullo spread quando sarà il momento di firmare. Per il momento posso dire che siamo tutti uniti, Castellanza compresa». Nessuno strappo in seno alla società ma le punzecchiature e i distinguo della città sono evidenti e lo stesso Farisoglio aveva parlato di comuni inadempienti tra i soci di Accam: «posso dire con assoluta certezza – risponde ancora Cicero – che da questo mese tutti i comuni hanno fatto la loro parte. Chi era indietro si è rimesso a pari, quindi non ci sono problemi».
Il cammino del revamping va dunque avanti nonostante gli scossoni: archiviato il progetto centro riciclo che stava per spaccare la maggioranza a Busto Arsizio e superate le divisioni in consiglio d’amministrazione sulle questioni economiche ora resta l’ostacolo numero uno col quale trattare e, possibilmente, spuntare qualche punticino di spread (equivalente a decine di migliaia di euro): le banche che dovranno finanziare l’impresa.
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