Giovane Italia e le lezioni del convegno di Arezzo

La sezione bustocca del movimento giovanile del PdL: "No alla subordinazione agli alleati e avanti verso il 40% dei voti"

Riceviamo e pubblichiamo un commento a firma del gruppo di Busto Arsizio di Giovane Italia, movimento giovanile del Popolo delle Libertà

150 anni fa Massimo D’Azeglio disse «Abbiamo fatto l’Italia. Ora si tratta di fare gli Italiani».
Oggi nel 2010 si può dire fatto il PdL, facciamo la "Generazione PdL": è stato questo l’argomento principe della due giorni di convegno di Arezzo organizzata da La Russa, con la quale si ufficializza l’inizio della fase della Militanza nel PdL, cioè quello che la Giovane Italia, nata dalle ceneri di Azione Giovani e Forza Italia giovani, non ha mai interrotto nel nostro territorio.

Si è parlato anche del rapporto con gli alleati attuali e futuri. Il ruolo del PdL non deve essere in nessun caso di subordinazione, come sostiene il ministro La Russa: "ai numeri la rappresentanza del Nord è ancora saldamente nelle mani del Popolo della Libertà". E nonostante alcune parole in libertà di alcuni esponenti del PdL, i temi come l’immigrazione e la sicurezza vengono trattati dal più grande partito italiano con altrettanto vigore e sicuramente con maggiore serietà rispetto ai nostri alleati.

Le difficoltà iniziali che hanno rallentato la fusione tra i più grandi partiti del CentroDestra e della Destra italiana, sono state dettate da comprensibili ed inevitabili "scosse d’assestamento", che sono rimaste nei binari di un confronto sano e costruttivo tra le varie componenti del nuovo partito.

Ora però deve avere inizio la "fase 2", che grazie anche all’aiuto della campagna elettorale, che coinvolgerà tutta la militanza attiva del Popolo della Libertà, ci consentirà di riprendere la marcia verso il posizionamento naturale di questo partito, che deve essere sopra il 40%.

La provincia di Varese era ben rappresentata ad Arezzo, e nella delegazione, tra gli altri, c’erano l’Assessore regionale Luca Ferrazzi , il Presidente provinciale della Giovane Italia Stefano Clerici e il presidente di circolo della GI bustocca Matteo Sabba. Alla convention, organizzata da Ignazio La Russa ma sostenuta da tutte le componenti del PdL, si respirava (forse per la prima volta dalla sua nascita) l’aria di un partito nuovo ed unito, e si può quindi finalmente dire che si stanno progressivamente accantonando tutte le definizioni di "ex" (Aenne – Forza Italia): se è innegabile che il PdL è formato da più anime, è anche vero che sono proprio tali differenze interne la vera ricchezza del partito.

Il dibattito emerso durante la due giorni è ruotato intorno alle "3 C": contaminazione, confronto e comunità. Proprio per questo le esperienze di ogni gruppo umano sono importanti e diventano un arricchimento per tutti: l’esperienza missina, quella socialista, quella liberale e quella democristiana creano un partito moderno perchè ognuno, conscio e orgoglioso del proprio passato, concentra tutta l’azione politica sul presente, declinando i propri valori al futuro.

La grande differenza con il PD riguarda proprio questa visione lungimirante, che paradossalmente in Italia è posseduta da un partito "conservatore" come il PdL.
La due giorni aretina consegna ai suoi partecipanti la consapevolezza di proseguire il cammino in un partito che coniuga conservatorismo, modernità, riformismo e grande attenzione alle politiche sociali.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Gennaio 2010
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