Ministro Kyenge, venga in visita a Varese

Pubblichiamo la lettera aperta di Andrea Ganugi, della segreteria provinciale dell'Arci

Gentile Cécile Kyenge,

mi chiamo Andrea Ganugi e faccio parte della segreteria provinciale dell’ARCI (Associazione Ricreativa Culturale Italiana) di Varese.

Vorrei sottoporre alla sua attenzione alcuni episodi riguardanti la nostra provincia, che hanno avuto una qualche rilevanza mediatica nazionale nell’ultimo periodo:
1) I cori razzisti allo stadio di Busto Arsizio nei confronti del calciatore tedesco e naturalizzato ghanese Boateng, che hanno portato anche ad un processo con condanna dei tifosi
2) Gli analoghi episodi di intolleranza razziale anche nel capoluogo cittadino, con i tifosi della squadra di Varese che insultano il proprio centravanti nigeriano Ebagua
3) Uno spiacevole fatto di cronaca riguardante una studentessa ventenne brasiliana costretta a scendere da un bus di linea cittadina dopo aver subito insulti razziali. Ecco l’articolo che lo documenta: http://www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=178970

Purtroppo questi episodi sono solo i più recenti e riguardano un ambiente socio-politico particolarmente caratterizzato dai suoi pregiudizi razziali. Tutto ciò nonostante la forte presenza di immigrati integrati nel lavoro e nella scuola, che tuttavia restano ai margini della “città che conta”. E’ in questo contesto che i citati episodi ed altri ancora sono solo la cartina al tornasole di un malessere che necessita di rimedi.
Devo dire che periodicamente nel dibattito politico si cerca di evidenziare queste urgenze sociali, ma spesso si ricade in sterili scontri di contrapposizione ideologica che non fanno però progredire il livello culturale. L’ultimo episodio, di pochi giorni fa, ha visto al centro della cronaca il tentativo (rigettato dalla maggioranza del consiglio comunale) di togliere la cittadinanza onoraria di Varese attribuita nel 1924 a Benito Mussolini.

E’ pur vero che il dittatore fascista, tra i tanti demeriti che gli si possono addebitare, è stato responsabile dell’introduzione delle leggi razziali che hanno portato al genocidio centinaia di migliaia di ebrei italiani, ma mi chiedo: è ancora opportuno centrare il dibattito politico sulla cittadinanza attribuita novant’anni fa ad un morto, quando nella stessa città oggi migliaia di vivi sono esclusi da un requisito ben più fondamentale nonostante il loro giusto diritto ?
Ecco perché sono a proporle, proprio in virtù di gesti positivi che superino sterili e superate contrapposizioni ideologiche, di partecipare ad un incontro cittadino sull’opportunità del riconoscimento dello ius soli nel nostro Paese.
Saremmo ben lieti di ospitarla, in una serata di sua scelta compatibile con gli impegni istituzionali da lei assunti, per dare una valenza simbolica importante per la nostra città e per l’Italia tutta, perché sarebbe anche l’occasione per farci promotori, presso il consiglio comunale, della proposta di conferirle – durante la visita – la cittadinanza onoraria come atto di omaggio sia a lei e ai valori di integrazione che incarna, sia alle migliaia di persone che, anche nella nostra provincia, ancora attendono un giusto riconoscimento ai propri diritti.

Sono sicuro che sapremo, insieme, dare all’evento il giusto rilievo partecipativo che esso merita.
Aspetto un suo riscontro positivo per ufficializzare la proposta presso le persone e le associazioni che verranno coinvolte.
La saluto con viva cordialità,

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Giugno 2013
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