Orlando: “Dobbiamo eliminare le disuguaglianze”

Il ministro modella giustizia ha partecipato a un incontro con Daniele Marantelli alla festa democratica. Ricordata Laura Prati a due anni dalla sua morte

daniele marantelli andrea orlando

«Il grado di sfiducia dei cittadini nei confronti della politica deve preoccuparci».
Daniele Marantelli apre la serata alla festa democratica alla Schiranna riflettendo sulla politica e ricordando Laura Prati subito dopo la testimonianza del figlio Massimo. «Lei è l’esempio che dobbiamo aver sempre presente quando parliamo di buona politica. Laura ci manca molto».
Venti minuti appassionati del parlamentare varesino con un discorso che ha spaziato non solo sulle azioni del Governo, ma sul bisogno «di una nuova politica che pur rispettando le opinioni di tutti, ha solo nel centro sinistra la possibilità del cambiamento».
La battaglia per la buona politica è anche l’avvio del discorso del ministro Andrea Orlando. «Abbiamo fatto bene ad aprire questo nostro incontro ricordando Laura Prati. Non è retorica. La democrazia è fondamentale per far crescere le persone. La crisi non è responsabilità della casta o degli immigrati come qualcuno cavalca. La crisi è figlia di un modello economico dove alcuni si sono arricchiti. Dobbiamo restituire la centralità della lotta alle disuguaglianze».
Il ministro ha poi raccontato cosa sta succedendo in Europa. «La situazione greca segna per la prima volta uno stop alla Germania. Ora dobbiamo provare a praticare il superamento dell’austerità e del rigore. Noi vogliamo un’Europa della crescita e abbiamo una buona credibilità anche grazie alle riforme che abbiamo avviato. Un esempio arriva anche dal sistema della giustizia. In un anno i processi civili sono scesi di cinquecentomila unità su cinque milioni di cause».
Le tasse sono un argomento importante, «ma non bastano da sole. Dobbiamo individuare una chiara politica industriale dove ci sia anche un ruolo dello Stato. L’altro punto è il tema della povertà. Abbiamo aree del paese con tassi di disoccupazione incredibili. Dobbiamo mettere in discussione il fiscal compact per poter riprendere a investire. Questa è l’unica condizione per evitare che la crisi economica diventi una crisi democratica. Noi dobbiamo agire subito sulla governance dell’Europa perché sia un campo di democrazia e non solo mercato. Dobbiamo costruire un grande partito del socialismo europeo scelto direttamente dal popolo e che stia in campo per trasformare l’Europa. Abbiamo bisogno di una grande unità per provare a vincere una grande battaglia che superi l’austerità. Per far questo serve una grande forza politica e il Pd come è adesso non basta. Siamo stati una federazione di correnti, ma oggi abbiamo bisogno di una visione diversa che, a scanso di equivoci non è il partito della nazione. Dobbiamo mettere insieme quanti vogliono il cambiamento. C’è ancora un bel pezzo d’Italia che non lo vuole non perché sono scemi, ma perché difendono un loro interesse. C’è chi tifa perché non si vada a un riscatto e uscita dalla crisi».
Su questo Orlando fa un ragionamento tutto politico. «Superiamo i rancori e ricostruiamo un soggetto politico come luogo della mediazione per cambiare il paese. Tanti urlano perché non sanno come affrontare le situazioni. Dobbiamo ascoltare per cogliere le necessità e non lasciar vincere la disperazione. Il male della sinistra è credere di avere la verità e poi ogni volta dividersi. Dobbiamo costruire un grande partito che sia un’occasione di crescita». Il segretario Samuele Astuti nel chiudere l’incontro ha ribadito la necessità «di fare sintesi con la concretezza del lavoro di tutti i giorni».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 24 Luglio 2015
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