“Contro la siccità serve più acqua nel Lago Maggiore”
Il parco del Ticino rinnova i pericoli legati all'abbassamento del livello di regolazione del Lago Maggiore: "La scorsa estate ci ha salvati la neve, la prossima i rischi sono tanti"
E’ la ricetta che ripetono da anni, da quando nel 2014 il ministero dell’ambiente annullò la sperimentazione per il deflusso minimo vitale nel Ticino: per garantire agricoltura, centrali elettriche e natura servono maggiori scorte d’acqua nel Lago Maggiore.
Un appello che oggi torna a levarsi a causa del lungo periodo di siccità che sta lasciando le Alpi senza neve. «Già ora i livelli del Ticino e del Po sono molto bassi -spiega il presidente del Parco del Ticino, Gian Pietro Beltrami- e la situazione non si preannuncia facile per la prossima stagione». Si stanno infatti moltiplicando gli appelli delle associazioni di agricoltori, preoccupati per la siccità che potrebbe mettere in ginocchio le coltivazioni, e Regione Lombardia è pronta ad avviare un tavolo per gestire l’emergenza, ma senza accumulare acqua la situazione sarà davvero critica.
«Questa estate a salvarci sono stati ghiacciai e nevai -spiega Beltrami- che sciogliendosi hanno garantito un minimo approvvigionamento d’acqua» ma la situazione non è stata facile: il Lago Maggiore ha sfiorato più volte lo zero idrometrico riducendo sempre più la quantità d’acqua inviata nel Ticino e da lì alla rete di canali che serve migliaia di agricoltori (e che portava l’acqua anche al sito di Expo, ndr). Il prossimo anno però «quella scorta rischia di non esserci» e per questo il Parco rilancia il suo appello ad innalzare il livello del Verbano.
La sperimentazione avviata nel 2010 aveva fissato in 1,50 metri l’altezza idrometrica del lago ma poi, due estati fa, il Ministero dell’Ambiente riportò tutto ad un metro. Da quella decisione ha preso avvio un lungo braccio di ferro che ha avuto come frutto un compromesso, fissando in 1,25 metri il livello di regolazione. «A noi non basta -continua Beltrami- e per questo continueremo a chiedere che si torni da subito al livello avviato con la sperimentazione».
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