Allarme per l’arrivo della peste suina che colpisce maiali e cinghiali

Il virus, che non ha vaccini, è innocuo per l'uomo ma può provocare grosse perdite al sistema economico. Ats Insubria raccomanda attenzione e comportamenti corretti

cinghiali

Scatta la sorveglianza sanitaria animale contro la peste suina africana.

Ats Insubria lancia la sua campagna di prevenzione in difesa di suini e cinghiali le principali vittime di questo virus i cui effetti sono spesso letali.

A preoccupare sono le conseguenze socio economiche e ambientali di questo virus che non colpisce l’uomo ma per il quale non esistono vaccini. La presenza della malattia, infatti, blocca la commercializzazione delle carni suini e dei suidi, come da normativa europea.

La malattia si è diffusa in Europa ed è endemica in Sardegna. Nel 2017 è stata segnalata in Repubblica Ceca e nel 2018 in Ungheria, Romania, Bulgaria e Belgio, mentre nel 2014 sono stati segnalati i primi casi in Lituania, Polonia, Lettonia ed Estonia.

ATS Insubria mira a prevenire l’introduzione della malattia, che quando colpisce i cinghiali, in una determinata area geografica, può causare gravissime perdite, fino al 90% degli animali presenti, e potrebbe comportare la limitazione, o addirittura il divieto della pratica venatoria.

La trasmissione dell’infezione può avvenire per contatto diretto con animali infetti, per ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti, ad esempio scarti di cucina. L’uomo, che viene in contatto, anche in modo indiretto, con il virus, può diffonderlo attraverso indumenti, mezzi di trasporto e attrezzature. Inoltre, la carne e i prodotti derivati infetti possono diffondere la malattia se ingeriti da suini o cinghiali. Ulteriore veicolo di trasmissione indiretta del virus, da parte di turisti o lavoratori, può essere l’importazione, anche per semplice uso personale, di alimenti dai Paesi, dove la malattia è diffusa.

Pertanto, a livello di prevenzione, ATS Insubria invita a non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, a smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e a non somministrarli, per nessuna ragione, ai suini domestici, e a non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali.

Il Dipartimento veterinario di ATS Insubria ha attivato la necessaria attività di sorveglianza, coinvolgendo anche i cacciatori, che hanno un ruolo strategico nel momento in cui segnalano il rinvenimento di cinghiali morti alle autorità competenti di  ATS Insubria o della Polizia Provinciale. Ai cacciatori viene anche chiesto di smaltire in modo corretto le viscere degli animali cacciati e di non dare avanzi ai cinghiali stessi, come previsto dalle norme vigenti.

Tutti possono collaborare segnalando cinghiali morti, anche a seguito di incidente stradale, contattando la Polizia Provinciale. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Aprile 2019
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