“Ciao Ave”, Varese saluta commossa Alfredo Corvi

C’era un mare di gente, un mare di colori e un mare di fiori: non poteva essere diverso il funerale di Alfredo Corvi, che il Covid ha cosi brutalmente strappato alla vita della città, oltre che ai suoi affetti

Generica 2020

C’era un mare di gente, un mare di colori e un mare di fiori: non poteva essere diverso il funerale di Alfredo Corvi, che il Covid ha cosi brutalmente strappato alla vita della città, oltre che ai suoi affetti personali.

A salutarlo c’era il fratello Giovanni, che porterà avanti il negozio di via Matteotti, le sue sorelle e tutti i suoi amati nipoti: che hanno portato la sua bara sulle spalle per salutare lo “zione” per l’ultima volta, e ricambiare i tempi in cui sulle spalle li teneva lui.

Ma c’era anche tutta la rappresentanza del commercio varesino: da chi ha condiviso per decenni l’esperienza di “bottega” in centro ai clienti che poi inesorabilmente diventavano amici, di “Ave” e di quella bella famiglia che era ed è quella dei Corvi.

Tra di loro, anche sindaco e vicesindaco: sia Davide Galimberti che Daniele Zanzi hanno voluto rendergli l’ultimo omaggio, mostrando coi fatti quanto la loro presenza non fosse semplicemente un dovere istituzionale.

Persino il prevosto di Varese, monsignor Luigi Panighetti, che officiava la funzione, si è rivolto ai presenti in maniera non istituzionale, ricordando come «Alfredo, come ha fatto fino all’ultimo qui, starà già addobbando il Giardino dei Cieli con i suoi fiori più belli».

funerale corvi, foto di Laura Pantaleo Lucchetti

E proprio i fiori hanno letteralmente invaso la basilica. Fiori belli, colorati, tutti diversi: dagli anemoni alle orchidee, in un’esplosione di colori. C’era un cartello “Ciao Ave” realizzato con i fiori, c’erano tante corone, ognuna diversa dall’altra. C’erano anche persone che arrivavano portando fiori, e partecipare a quell’enorme giardino che è diventato il suo ultimo saluto. Persino la sua bara era ricoperta di fiori, quasi a riportarlo nel suo mondo, e non in quello dei morti.

Le persone arrivate a dare l’ultimo saluto erano talmente tante che la parrocchia di san Vittore ha dovuto tenere aperto il portone centrale, così da consentire a chi è dovuto rimanere fuori – ed erano tantissimi – di partecipare alla funzione. E, alla fine, l’ultimissimo saluto è stata una sua volontà: un brano di una danza latinoamericana, di cui era provetto ballerino. Si sono stemperate così, nella musica e nei colori dei fiori, le tante lacrime che sono cadute in questo dolorosissimo funerale.

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Aprile 2021
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