La panchina della Pro Patria a Sala: “Il coraggio per raggiungere la salvezza”
Dopo l’esonero di Prina i tigrotti si affidano all’uomo che meglio conosce lo spogliatoio, con lui Beppe Le Noci. Turotti: “In questi anni Sala ha aiutato a costruire la squadra”
Nove giornate per salvare la Pro Patria e riconsegnarla nel calcio professionistico anche la prossima stagione. È questa la missione che la società di Busto Arsizio ha affidato a Massimo Sala dopo l’esonero del mister Luca Prina, “licenziamento” ufficializzato nella tarda serata di ieri, martedì primo marzo.
Nessuno stravolgimento ma la ricerca di una scossa, innanzitutto morale, così ha scelto il direttore sportivo Sandro Turotti, che, per il finale di stagione, ha preferito affidare i tigrotti a chi meglio di tutti conosce la squadra e lo spogliatoio. Sala – che sarà coadiuvato dall’assiste Giuseppe Le Noci – è infatti un uomo di fiducia, un faro per i giocatori che conoscono Sala e (viceversa) da ben quattro stagioni, quando l’ex attaccante classe 1968 è arrivato in via Ca’ Bianca insieme come viceallenatore di Ivan Javorcic.
«Mi riempie di orgoglio il fatto che la società abbia scelto di non affidarsi a un allenatore esterno» ha commentato Sala nella conferenza stampa di presentazione di oggi, mercoledì 2 marzo. Per l’allenatore la promozione “ad interim” era – per certi aspetti – già iniziata nelle scorse settimane, quando aveva guidato dalla panchina i tigrotti domenica (Prina squalificato) e il 16 febbraio (Prina positivo al Covid) a Verona, ultimo successo della Pro Patria.
Ma il nuovo allenatore dei bianco-blu non vuole prendersi i meriti del lavoro da tecnico biellese, che ha salutato Busto Arsizio dopo 5 vittorie, 14 pareggi e 10 sconfitte (16,67 la percentuale di successi) e il sedicesimo posto in classifica, prima squadra tra quelle nelle sabbie-mobili dei playout. Adesso, infatti, inizia un nuovo capitolo della Pro Patria, non un ritorno alla Pro Patria di Javorcic né la prosecuzione di quella di Prina, ma la Pro Patria di Sala, con l’imperativo categorico della salvezza. Il tutto senza troppi stravolgimenti tattici, come un eventuale cambio di modulo, perché la squadra ha determinati valori tecnici, che Sala meglio di tutti conosce.
«Certamente non mi prendo i meriti per il successo contro la Virtus Verona – sottolinea Sala, che ringrazia Prina per gli otto mesi trascorsi insieme -. In quel momento di emergenza abbiamo tirato fuori il meglio, senza quella paura che invece abbiamo trovato domenica. Il coraggio e le scelte sono figlie di quello che si fa durante la settimana, ed è questo ciò che cercheremo di trasmettere al gruppo fino alle fine del campionato. Adesso stiamo recuperando alcuni giocatori per le prossime partite, chi sarà chiamato in causa deve essere pronto. Conosciamo a livello tattico e umano i ragazzi, alcuni da quattro anni, serve prendersi le responsabilità».
«Stiamo lavorando per migliore gli errori di domenica – prosegue Sala, ritornando al pareggio di domenica -. Non si tratta soltanto di un aspetto tattico, né di un aspetto tecnico. A me e a Beppe è stato affidato il compito di portare serenità e tranquillità per portare a casa la partita fino al 95’, quello che ci è mancato contro il Legnago. È ovvio che qualcosa deve cambiare, nella metodologia e nella comunicazione ai ragazzi: ogni allenatore porta i propri contenuti sul rettangolo di gioco. Ho la fortuna poi di avere Le Noci, al quali dissi, quando decise di smettere, che aveva potenziale e avrebbe dovuto sfruttarlo. Eccoci qui».
In supporto di Sala, un altro ex attaccante, Beppe Le Noci, che proprio alla Pro Patria ha terminato la carriera da calciatore professionista: «Conosco una parola che prevale su tutte: lavoro – così si è presentato il tecnico -. Era così quando giocavo, lo è da quando ho intrapreso questa nuova strada. Ero già grato per aver avuto questa opportunità non appena smesso di fare il calciatore. Oggi so che dovrò dare ancora di più. Ognuno di noi, squadra compresa, dovrà assumersi le responsabilità per rendere al meglio e raggiungere l’obiettivo salvezza».
Completano lo staff tecnico bianco-blu, il preparatore dei portieri Renato Redaelli e il preparatore atletico Diego Scirea, che torna così in prima squadra dopo aver già ricoperto questo ruolo nell’annata dello Scudetto di Serie D e durante la prima Stagione di Serie C. Scirea sarà affiancato da Stefano Bacciocchi che si occuperà del recupero degli infortunati.
«Non è stata una scelta di carattere economico, come ha scritto qualcuno: adesso c’è poco tempo, mancano nove partite, e Massimo Sala è la persona che più di tutti conosce questa squadra. Nel corso di questi anni mi ha aiutato a costruire il gruppo» ha spiegato Turotti, che ha confermato il sollevamento dell’incarico anche del preparatore atletico Stefano Bortolan: «Stefano è un grande professionista ma è molto legato a Prina – sottolinea il ds -. Noi in questo momento abbiamo bisogno del preparatore atletico della Pro Patria, non dell’allenatore».
Dalle parole del ds l’impressione è che l’input del cambio di panchina della Pro Patria sia arrivato e condiviso con i piani alti della società, da «delle perplessità espresse dal presidente Citarella» e confermate in via definita da Turotti stesso in quanto responsabile dell’area tecnica: «Sapevo che non sarebbe semplice subentrare dopo quattro anni di risultati ma il tempo è passato e non siamo mai riusciti a tirarci fuori. Se siamo in questa situazione c’è una responsabilità da parte di tutti, a volte ci sono gli alibi, adesso non ci sono più».
Finite le presentazioni di rito, per la Pro Patria adesso tempo di tornare con la testa al campo. Dopo il tour-de-force di febbraio i tigrotti inaugurano marzo con una trasferta in Piemonte in casa della Pro Vercelli, una squadra in forma che ha un altro obiettivo, quello dei playoff. Per sapere se il cambio di panchina e di stagione porteranno anche a un cambio di rotta (questa stagione la Pro Patria non ha mai vinto due partite consecutive) bisognerà aspettare ancora qualche giorno, nel frattempo in Via Ca’Biaca il gruppo è al lavoro compatto per centrare la salvezza.
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