Arrestato in Spagna: le indagini partite da una testa di pecora consegnata a due anziani di Gallarate

Le indagini partirono dopo il macabro ritrovamento della coppia, un complesso giro di intimidazioni ed estorsioni che ha coinvolto il figlio broker, definito un faccendiere. Ora il responsabile è agli arresti

arresto

Nel pomeriggio dell’11 aprile scorso l’unità FAST (Fugitive Active Search Team) della UDYCO Central della Polizia spagnola, in collaborazione con l’omologa unità italiana del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, sulla base delle informazioni provenienti dalla Squadra Mobile di Varese, ha tratto in arresto nei pressi di Santiago de Compostela il cittadino italiano G. G., di anni 56, destinatario di mandato d’arresto europeo in quanto era sfuggito alla giustizia italiana evadendo nel mese di novembre dello scorso anno dagli arresti domiciliari che stava scontando in provincia di Torino.

Le ricerche del latitante erano state subito avviate dall’ufficio investigativo della Polizia di Stato di Varese dopo che nel novembre scorso G.G. era evaso dagli arresti domiciliari in cui era stato collocato a seguito di sostituzione (solo due giorni prima) della custodia cautelare in carcere eseguita a maggio del 2021, provvedimenti disposti dal GIP di Busto Arsizio in quanto gravemente sospettato di essere l’artefice di gravi episodi estorsivi nei confronti di un faccendiere gallaratese che si era proposto quale promotore finanziario.

Nel dettaglio, l’attività di indagine aveva preso avvio nell’agosto del 2020 a seguito della consegna da parte di ignota persona, con evidente intento intimidatorio, di una testa di ovino a Gallarate presso la residenza degli anziani genitori del broker i quali, spaventati dell’accaduto, avevano chiamato il numero unico di emergenza 112, riferendo al personale intervenuto che un analogo episodio era accaduto uno o due mesi prima ma nell’occasione non avevano chiamato le forze dell’ordine.

L’indagine ,effettuata dalla Squadra Mobile di Varese, coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, aveva consentito di scoprire che il vero destinatario degli atti intimidatori era il figlio degli anziani coniugi, resosi irreperibile anche agli investigatori e che, per sottrarsi agli estorsori nel timore di gravi conseguenze, facendo credere di trovarsi nell’est Europa, in realtà si nascondeva in un appartamento di Gallarate impegnato in svariati affari per recuperare le somme richieste.

L’indagine è stata condotta ricostruendo il passato e gli affari in cui la vittima era coinvolta, mediante servizi di osservazione, analisi dei flussi finanziari e indagini informatiche che hanno portato a individuare G.G. quale mandante degli atti intimidatori commissionati a distanza dall’isola di Gran Canaria (dove G.G. negli anni scorsi viveva) e compiuti materialmente da un pregiudicato torinese, anch’egli arrestato a maggio del 2021.

L’attività investigativa eseguita ha permesso di riscontrare che la parte offesa aveva versato almeno 112.000 euro in varie dazioni a seguito delle continue minacce nei confronti della vittima ed almeno quattro gravi atti intimidatori: la consegna di una testa di animale nel giugno 2020, analoga consegna l’8 agosto 2020, il recapito di un video che riprendeva la casa dei genitori nel settembre 2020 e pochi giorni dopo il pericoloso recapito nottetempo sul balcone di casa di una tanica con 6 litri di benzina, con il rischio che l’accensione potesse causare gravi conseguenze non solo all’immobile. L’arresto ha posto fine alle condotte illecite di G.G., per il quale sono in corso le procedure di consegna all’Italia.

L’arresto è giunto a conclusione di una complessa attività investigativa condotta dall’unità FAST spagnola, unitamente alla polizia locale e coordinata dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, grazie alle indagini sviluppate dalla Squadra Mobile di Varese, titolare dell’inchiesta nazionale coordinata dalla Procura di Busto Arsizio.

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Pubblicato il 15 Aprile 2022
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