Senato, il dissenso di Erica D’Adda rientra ma a Busto c’è maretta

Restano le distanze tra i 14 dissidenti e la linea del governo sulla riforma del Senato ma la fronda rientra dall'autosospensione. A Busto scalpita il segretario dei Giovani Democratici Brugnone: "Il programma di Renzi è stato votato"

 Rientra la froda dei 14 senatori che si erano autosospesi dal gruppo dopo la sostituzione di Corradino Mineo e Vannino Chiti nella commissione per le riforme istituzionali. Tra questi era presente anche la senatrice bustocca Erica D’Adda che – come ha spiegato in questa intervista – non aveva condiviso il metodo con il quale era stato sostituito il collega. Sin dall’inizio, comunque, l’esponente piddina aveva manifestato la sua avversità alla proposta di riforma del Senato del governo, sostenendo invece quella di Vannino Chiti. La decisione di rientrare è arrivata dopo il chiarimento richiesto in direzione anche se le divergenze restano, soprattutto per il fatto che Mineo e Chiti non sono stati reintegrati. 

Nel Pd di Busto, però, rimane lo sconcerto per quanto avvenuto, soprattutto tra le giovani leve Dem come Massimo Brugnone, segretario dei Giovani Democratici: «C’è una falsità in tutta questa brutta storia che ha colpito il PD ed il Senato della Repubblica in questi giorni e che continua ad essere ripetuta, e cioè che con la riforma voluta dal Governo viene meno la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Niente di più falso – scrive in una nota e prosegue – La differenza con l’attuale forma costituzionale, oltre all’eliminazione del bicameralismo perfetto, sarebbe che a sedere a Palazzo Madama non sarebbero più Senatori che fanno solo quello, ma Presidenti o Consiglieri regionali o Sindaci delle città capoluogo, o altre figure ancora da decidere. Si perde la possibilità di scegliere? Falso. Cambia semplicemente il momento in cui si sceglie». Infine una riflessione sulla situazione bustocca: «Dopo le elezioni, in Assemblea di Circolo PD a Busto Arsizio, molti iscritti auspicavano che il Partito Democratico riuscisse a consolidare il 40% di consensi ottenuto alle europee. Nel mio intervento mi sono permesso di ricordare che Matteo Renzi è stato eletto Segretario del PD grazie ad un programma presentato e sostenuto da molti iscritti, votato dal popolo delle primarie. Che successivamente la Direzione nazionale del PD ha votato a larghissima maggioranza un programma che prevedeva che Renzi diventasse Presidente del Consiglio ed attuasse quel programma. Programma che prevedeva l’abolizione di questo Senato e che anche per questo ha successivamente trovato la fiducia di oltre il 40% dei cittadini italiani»»

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Pubblicato il 18 Giugno 2014
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