Nessuna tecnologia potrà mai sostituire l’uomo
Grande e qualificata partecipazione al convegno ospitato dall'istituto Ponti sull'industria 4.0. Il futuro sarà sempre più sofisticato ma il lavoratore rimarrà al centro della produzione
La tecnologia farà sempre passi da gigante ma l’uomo rimarrà il fulcro della produzione. Come cambia l’industria nell’era del digitale, ribattezzata 4.0? Se n’è parlato questa mattina all’istituto di Gallarate Ponti di Gallarate che ha invitato istituzioni ed esponenti nel mondo produttivo per capire come deve cambiare la scuola per stare al passo con l’evoluzione scientifico-tecnologica.
Introdotti dalla dirigente Anna Scaltritti, l’onorevole Angelo Senaldi, che fa parte della Commissione industria 4.0, e i diversi relatori, esponenti del mondo economico e accademico hanno affrontato il tema.
Il progresso tecnologico è indubbio, hanno concordato le parti, soluzioni sempre più sofisticate verranno individuate ma nulla sarà possibile se non ci sarà l’uomo a coordinare e condurre la produzione.
Certo, hanno sottolineato più volte i relatori, saranno necessarie nuove competenze, capacità di risolvere problemi e intercettare i cambiamenti. Saranno richieste preparazione e capacità a rimanere aggiornati, ma nulla potrà sostituire le doti umane con quelle artificiali.
Per questo scuola e mondo deL lavoro dovranno intensificare un dialogo ormai avviato grazie alle esperienze di “alternanza scuola-lavoro”. L’Italia, con la Lombardia a fare da traino, rimane il secondo paese manifatturiero d’Europa, una risorsa che andrà valorizzata di più.
Il deputato Senaldi ha anticipato l’interno del Governo che vuole investire di più nell’istruzione tecnica: si stanno vagliano modelli per raddoppiare gli attuali iscritti così da soddisfare un bisogno di manodopera qualificata che le aziende faticanio a trovare.
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Diamo per scontato che sia vero che “nessuna tecnologia potrà mai sostituire l’uomo”.
Andiamo oltre e domandiamoci quanti uomini serviranno per gestire queste tecnologie.
La risposta può essere una sola: ben pochi.
Ora la domanda successiva: che ce ne faremo di tutti gli altri ormai inutili?
Li gettiamo via?
Attendo risposte dai futurologi.