Salta l’accordo tra il Maga e la Triennale (e sfuma anche la nomina del presidente)

Data per imminente a inizio ottobre, l'operazione si arena sulle risorse a disposizione: "ipotesi tramontata", dice Cassani. L'assessore Peroni: "Ma il museo va avanti con le sue attività"

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L’operazione era stata annunciata come imminente a inizio ottobre, ma a distanza di poco meno di due mesi salta definitivamente l’accordo tra museo MAGA e Triennale di Milano, che avrebbe portato a Gallarate – come presidente del Maga – Silvana Annicchiarico.

La sinergia tra il museo gallaratese e la storica istituzione milanese era il punto centrale del progetto dell’amministrazione Cassani per il Maga, in linea – va detto – con una collaborazione tra le due realtà che era già stata avviata precedentemente. Un accordo che però si è infranto sulla questione delle risorse da stanziare: «L’ipotesi è tramontata» ha confermato il sindaco Andrea Cassani. Interessante il contesto e la proposta, ma troppo esigue – per la Triennale – le risorse stanziate: 300mila euro la richiesta venuta da Milano, 200mila la disponibilità offerta da Gallarate (con un aggiuntivo impegno a ripartire le risorse da sponsorship), da reperire tra le risorse già a bilancio oggi. «Il mio obbiettivo è restare sotto i costi storici» ha aggiunto il sindaco, spiegando che la convenzione sarebbe dovuta rientrare appunto nel finanziamento annuale che il Comune “gira” alla Fondazione Zanella, l’ente di gestione del Maga.

Se l’accordo con la Triennale aveva comunque un peso strategico per l’area della cultura, va ricordato anche che da questa ipotesi dipendeva anche la scelta del presidente della Fondazione Zanella: l’ipotesi – già spesa ufficialmente a settembre – era appunto che a Gallarate arrivasse Silvana Annicchiarico, direttrice del Triennale Design Museum (una delle istituzioni che compongono la Triennale).

Silvana Annicchiarico
Silvana Annicchiarico

E proprio l’ipotesi data per imminente aveva convinto a rimanere anche il presidente uscente, Giacomo Buonanno, che – nominato dall’amministrazione Guenzani – aveva presentato le dimissioni ma era rimasto per garantire continuità: quando Forza Italia a fine ottobre inserì il nome di Buonanno tra gli “indesiderati” dell’era Guenzani che ancora sedevano nelle società controllate dal Comune, lo stesso Cassani si affrettò a ribadire che il presidente dimissionario stava garantendo una funzione fondamentale.

Nei giorni scorsi Buonanno ha però scritto al Prefetto (cui spetta la vigilanza sulle Fondazioni) per segnalare l’impossibilità di assumersi ulteriori responsabilità in una situazione difficile e a questo punto Cassani ha risposto in modo decisamente meno conciliante: «Vedendo i risultati del 2016 siamo d’accordo con lui che debba essere sostituito». Parole meno dure usa invece l’assessore alla cultura Isabella Peroni, nel confermare la volontà di dare contuinità al museo: «Non appena ci sarà il nome del nuovo presidente, subentrerà a Buonanno, che è stato fin qui più che capace e paziente».

Nel frattempo, l’assessore Peroni non nasconde il disappunto per l’immagine che rischia di passare, di un museo in stallo se non in disarmo. «Dire che il Maga deve ripartire presuppone che si sia fermato. Ma non è così: il Maga sta portando avanti tutte le sue attività, ora si tratta di proseguire. Mi spiace davvero – continua Peroni – leggere qualcuno che dice che il museo è in uno stato di letargia» (due mostre in corso a Gallarate e a Palazzo Leone da Perego a Legnano, oltre alle altre iniziative esterne ospitate, come Humour a Gallarate). Le risorse storiche sono sufficienti? «Sì, il Comune continua a fare la sua parte. Ma a questo si aggiunge l’ottimo lavoro della struttura del museo, che prosegue nella ricerca di nuovi sponsor, al di là delle risorse che vengono da bandi, una modalità che ormai caratterizza l’attività di questo museo. E contiamo anche sugli Art Bonus, che prevedono detrazioni significative per chi fa donazioni: rendere più conosciuto questo meccanismo può portare nuove risorse».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 01 Dicembre 2016
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