Lavori agli sgoccioli, quando riaprirà la piscina di Moriggia?

Prima c'è da risolvere però anche il nodo dei dipendenti, con le nuove norme restrittive del Decreto Dignità. Nel frattempo si rimette mano ad alcuni elementi che andavano modificati dopo l'installazione della rete

gallarate generico

Quando riaprirà la piscina di Moriggia? La domanda è ormai ricorrente da mesi, ma il 7 ottobre era una scadenza importante, indicata dalla stessa azienda come deadline per l’agibilità. Che è però uno degli elementi necessari per riaprire.

Da via Aleardi, ufficialmente, mantengono la massima prudenza: non si indica una data certa. C’è da finire alcuni lavori, ma soprattutto c’è ancora da risolvere il gran nodo dei dipendenti: quattordici su diciassette erano infatti assunti – da tempo – con contratto di somministrazione. Forme contrattuali che ora ricadono negli stretti vincoli stabiliti dal “Decreto Dignità” approvato ad inizio agosto: impossibile rinnovare i lavoratori coinvolti, si cercano strade per inquadrare altro personale (vedi qui).

In ogni caso: impossibile riaprire l’impianto con solo tre lavoratori inquadrati in azienda, dovendo garantire le funzioni tecniche, la cassa, la vigilanza delle vasche. Impossibile anche «riaprire almeno con il nuoto libero», come ha spiegato il presidente (dimissionario) Roberto Campari. Per questo si deve capire come risolvere il problema creato dalle nuove norme governative. Il quotidiano La Prealpina, in un articolo che mette al centro le dichiarazioni della vicepresidente uscente Micaela Mora, ha riportato come possibile una data tra 15 e 20 ottobre, che sarebbe anche in anticipo rispetto all’indicazione data da Amsc nel comunicato stampa ufficiale.

Al di là del nodo dei dipendenti, ci sono ancora in corso una serie di lavori (relativamente limitati) richiesti dall’amministrazione comunale, dopo l’ultimo sopralluogo una settimana fa. I lavori richiesti sarebbero in particolare la sostituzione di pannelli della controsoffittatura sporchi con pannelli nuovi, la pulizia dei vetri della sala vasche, il ripristino dell’orologio e dei cartelli delle uscite di emergenza, che non risultavano visibili a causa del posizionamento della rete di protezione.

«Tutti lavori che evidentemente in mesi non sono stati capaci di individuare prima il responsabile dell’ impianto, il responsabile del patrimonio dell’azienda, gli altri del cda» polemizza il sindaco Andrea Cassani, ribadendo la linea di scontro con il consiglio d’amministrazione da lui nominato nell’estate 2016 ma con cui è in rotta da mesi. «Dovevano arrivare sindaco e vicesindaco, a dirlo». Giovedì dovrebbe esserci l’assemblea che prenderà atto delle dimissioni della squadra guidata da Campari, a quella data dovrebbe arrivare poi il nome del nuovo Amministratore Unico che prenderebbe il posto del Cda. Politicamente, lo scontro tra Cassani e il Cda rimane in primissimo piano, ma dalle file dell’opposizione anche il Pd si è fatto sentire (anche consegnando in piazza, al sindaco, un bidone, simbolo dello «scaricabarile» tra municipio e azienda comunale). Il tema sicuramente tornerà a far discutere in consiglio comunale.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 09 Ottobre 2018
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