Omicidio Mendola: 30 anni agli esecutori materiali, mandante a processo

Condanna del tribunale di Novata. Antonio Lembo e Angelo Mancini avevano scelto il rito abbreviato mentre Giuseppe Cauchi andrà a dibattimento

matteo mendola

Sono stati condannati a 30 anni ciascuno Antonio Lembo e Angelo Mancini, accusati di essere gli autori materiali dell’omicidio di Matteo Mendola, il 33enne residente a Busto Arsizio e originario di Gela, ucciso la sera del 4 aprile 2017 nei boschi di Pombia (No), attirato in una trappola che sarebbe stata ordita da Giuseppe Cauchi, a sua volta rinviato a giudizio. Il 29enne di Busto e il 39enne di Monte San Savino avevano scelto il rito abbreviato e sono stati puniti con la pena massima dal giudice per l’udienza preliminare piemontese.

A settembre Angelo Mancini aveva anche scritto una lettera a Varesenews dichiarandosi innocente rispetto all’accusa di omicidio e ha raccontato di essere finito in una vicenda più gande di lui, addossando a Lembo e Cauchi tutta la colpa della morte del 32enne che sarebbe stato eliminato per questioni legate al traffico di stupefacenti.

Mendola, infatti, era convinto di partecipare ad un furto in abitazione ma la messinscena sarebbe stata utile solo a commettere l’omicidio, consumato all’interno di un capannone abbandonato in un’area boschiva. Il 32enne sarebbe stato ucciso a colpi di pistola e finito con una pesante batteria trovata sul posto.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Novembre 2018
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