“Lampioni e 5g, abbiamo diritto di conoscere i rischi delle onde elettromagnetiche”
L'intervento della referente del comitato DrizzaLeAntenne Ombretta Diaferia, dopo la seduta della consulta elettrosmog e dopo il summit dell’Associazione Elettrosensibili
Dopo la consulta elettrosmog, convocata dal Comune di Varese in data 26.3.19, la seconda seduta in due anni e mezzo di vita dell’organismo, e dopo il summit dell’Associazione Elettrosensibili avvenuto a Milano il 30 e 31 marzo 2019, la referente del comitato DrizzaLeAntenne, Ombretta Diaferia, ha pubblicato le sue considerazioni in merito.
Le riflessioni si intitolano “RIGHT TO KNOWN: CAVIE A CIELO APERTO? o del sapere responsabile” e partono da tre “equazioni”: “3R vs 5G”, “cavie animali vs cavie umane”, “informazione vs propaganda”
La prima equazione ha bisogno di una spiegazione, sul significato delle due sigle: «Il principio delle 3R fa riferimento a tre fondamentali concetti : rimpiazzare (replacement), ridurre (reduction) e rifinire (refinement). Quindi il ricercatore dovrebbe inizialmente cercare, con il maggiore sforzo possibile, di rimpiazzare, o sostituire, il proprio modello animale con un modello alternativo; il secondo passo è quello di cercare di ridurre il più possibile il numero di individui utilizzati in un certo protocollo sperimentale; infine, con l’ultima R si intende l’operazione di rifinire, o migliorare, le condizioni sperimentali alle quali sono sottoposti gli animali (…)
Il 5G, invece, è la rete di quinta generazione, volgarmente definita come “internet of things”, che connetterà tutto e tutti… WOW! Solo onde around me! Altro che caverne: pure quelle saranno irrorate a pioggia! In assenza di sperimentazione… Alla faccia della correttezza nei confronti degli user!»
Per la seconda equazione la referente sostiene «Siamo cavie. Delle nuove tecnologie e dei nuovi politicanti. Ma quelli, si dice li scelgan i cittadini, che non han mai posto la domanda ai loro rappresentanti “ma tu, mi amministri o mi comandi?”. Perché nel primo caso si mette a parte i sottoposti sul da farsi. Nel secondo si impone il già deliberato. Nel primo caso si informa. Nel secondo si fa propaganda delle proprie scelte».
Infine la terza parte, informazione vs propaganda: «Si presenta prorompente come non mai! – commenta Ombretta Diaferia, che aggiunge – La comunicazione non si fa con le serate di festa – peraltro a pochi metri da una sciagura (quella del suicidio in via Marcobi della giovanissima, ndr) Quella è propaganda! Noi cittadini abbiamo il diritto di sapere ed essere informati, soprattutto, sulle emergenze, che genereranno nelle povere ed indifese creature, le scellerate scelte del governo della città! Un profondo imbarazzo continua ad attraversarmi, purtroppo da due anni e mezzo, nel dover riconoscere che l’attuale Amministrazione è l’unica che ha responsabilità per la disinformazione perpetrata».
Tutte queste riflessioni sono state esplicitate, in forma molto più ampia e documentata, in una lettera aperta: il contenuto completo è qui.
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