Duecento mascherine per l’ospedale: la solidarietà tra aziende e operatori sanitari passa dal Comune

Duecento mascherine ffp3, di quelle adatte agli operatori professionali, sono state donate da una azienda al comune, per l'ospedale di Varese. L'assessore Lovato: "Potrebbero farlo Molte altre aziende"

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Duecento mascherine ffp3, di quelle adatte agli operatori professionali, donate da una azienda specializzata in bonifiche (La Treesse di Bergamo, per la cronaca) al comune di Varese, affinchè possa farne dono all’ospedale della città.

E’ questo lo speciale “regalo” che arriva dall’amministrazione Comunale agli operatori che più sono coinvolti nell’emergenza di questi giorni.

«Noi facciamo, in realtà, solo da tramite per quello che potrebbe essere un circolo virtuoso – spiega Fabrizio Lovato, che prima di essere assessore al turismo è un operatore in una azienda del settore – Molte aziende, specialmente quelle specializzate in bonifiche, hanno scorte di queste mascherine, e potrebbero condividere la propria eccedenza con chi ora manca totalmente di questo genere di protezioni. Non c’è bisogno di consegnarne quantitativi enormi: bastano dieci aziende che ne donano cinque ciascuna, e si fa già una dotazione di 50 mascherine per gli operatori sanitari. Poi, col tempo arriveranno anche le nuove produzioni: ma in questo modo si può risolvere il problema immediato. Un gesto semplice, di cui i comuni potrebbero farsi carico come tramite».

Ad accogliere le preziose mascherine, insieme al sindaco Davide Galimberti e all’assessore Lovato,  c’era il direttore generale della Asst Sette Laghi Gianni Bonelli, che ha approfittato per specificare come: «Per ora siamo in una condizione fortunata rispetto ad altri: non abbiamo casi accertati, la gestione dell’emergenza è ancora possibile senza eccessivi problemi. Ma la situazione è in continua evoluzione, e dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza. Siamo a disposizione del sistema sanitario».

Tra ciò che è più difficile da reperire, per gli ospedali, ci sono le mascherine, appunto, ma anche i gel lavamani e, in vista di una eventuale emergenza, anche gli apparecchi ventilatori: «Va detto che per oraqui  la situazione è più rosea che in altri posti – continua Bonelli – Ma avere donazioni come questa ci fa stare più tranquilli e ci permette di lasciare un po’ della fornitura che si sta procurando la Regione alla zona rossa, che ne ha evidentemente più bisogno di noi».

Una catena della solidarietà in grado di rendere più efficiente la battaglia contro il coronavirus, che in questo weekend passerà il suo primo, importantissimo esame: «Quello della conta del numero di contagi, a 15 giorni dai provvedimenti di emergenza. Se i contagi si ridurranno significativamente, vuol dire che il sistema ha retto». Se non succederà, sarà necessario prepararsi a una battaglia più radicale, o di più lungo periodo, che necessiterà di un ancora maggiore impegno da parte di tutti.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Marzo 2020
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