
Tempo Libero
“Il figlio migliore”, allo spazio Yak uno spettacolo per ribaltare lo sguardo sulla disabilità
Uno spettacolo che vede in scena un adulto normodotato e un ragazzo quasi ventenne disabile e racconta del rapporto tra genitore-figlio: la differenza tra i due attori diventa metafora della difficoltà relazionale tra due generazioni a confronto

In scena a Spazio Yak uno spettacolo che affronta con delicatezza e uno sguardo nuovo la tematica della disabilità.
“Il figlio migliore” è uno spettacolo che vede in scena un adulto normodotato e un ragazzo quasi ventenne disabile. Sono un padre e un figlio che convivono in un’apparente, normalissima quotidianità. Ma come in tutte le famiglie le cose semplici possono trasformarsi in sfide complesse e quasi nulla si conclude con un esito prevedibile dando allo spettacolo un taglio quasi clowneristico.
“Il figlio migliore” racconta del rapporto tra genitore-figlio: la differenza tra i due attori diventa metafora della difficoltà relazionale tra due generazioni a confronto.
Un teatro fatto di azioni e parole divertenti, ironiche che con profondità affrontano temi come l’incondizionato e a volte dolorosissimo affetto che lega padre e figlio, il timore della perdita, la diversità, l’indipendenza, le aspettative.
Uno spettacolo che mira a colpire e sorprendere, ribaltando i pregiudizi e dando nuovi punti di vista in particolare alle giovani generazioni.
La produzione nasce all’interno del progetto “Teatro d’integrazione” finanziato dalla Regione Emilia Romagna, dalla Fondazione di Modena nell’ambito del Bando Personae 2024 e dall’Otto per Mille della Chiesa Valdese. Un percorso di inclusione che ha come obiettivo l’inserimento lavorativo in ambito artistico di giovani adulti disabili e allo stesso tempo sensibilizzare.