Primarie o candidato leghista? Il centrodestra litiga sui posti per il 2016

Gli ex An di Libertà per Gallarate rispolverano l'idea delle primarie per cercare un candidato sindaco condiviso, la Lega le boccia: "Roba da comunisti". E Forza Italia si ritrova a fare la parte del pompiere, per spegnere l'incendio

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Il centrodestra si divide sul nome del candidato sindaco da proporre per il 2016: l’ipotesi di una coalizione unica è stata fino ad oggi credibile, ma le aspettative dei diversi partiti sono diverse e anche gli ultimi incontri hanno dato fumata nera. Anzi: si è arrivati alla contrapposizione, tra chi sostiene le primarie (le rilanciano gli ex An di Libertà per Gallarate) e i leghisti che invece danno per scontata la candidatura di un loro uomo, nella cerchia di fedelissimi alla linea di Matteo Salvini.

All’ultimo giro di consultazioni, dopo varie riunioni infruttuose, si è provato a ripartire dal tema dei programmi, ma la questione dei nomi ritorna prepotente e l’empasse rimane. «Perchè a gennaio non proponiamo le primarie del centrodestra?» ha domandato qualche giorno fa Luca Daniel Ferrazzi, consigliere regionale (della Lista Maroni) ma anche leader degli ex An di Libertà per Gallarate, che già nei mesi passati hanno chiesto un approccio unitario ma di rinnovamento. La “lista civica di centrodestra” è pronta a a candidare Franco Liccati, che nel 2011 fu tra i protagonisti della corsa elettorale a fianco del carroccio e contro il PdL guidato da Nino Caianiello.

Ma proprio dalla Lega è arrivata la risposta dura, verso lo strumento primarie e verso Liccati e Ferrazzi, accusati senza mezzi di termini di aver fatto «una scenata» e di essere alla ricerca di un posto di potere. «Le primarie sono roba da comunisti» ha detto il segretario cittadino della Lega Nord Andrea Zibetti, ribadendo la sua linea: candidato leghista e da individuare in una cerchia ristretta, fatta di tesserati che rispondano al partito (Andrea Cassani, Paolo Bonicalzi, Giorgio Caielli, Sandro Rech). Insomma: proprio i nomi che non vanno giù a Libertà per Gallarate, che – sostanzialmente – li considera troppo poco attrattivi al di fuori della cerchia leghista.

Le primarie spaventano perché si sa anche che ci sono anche correnti ben strutturate che possono portare voti e ribaltare gli equilibri nazionali, forse in questo senso Zibetti parla di «strumento pessimo e facilmente pilotabile» (comunque è un giudizio che va oltre Gallarate, la Lega non le ama). Fratelli d’Italia per ora sta alla finestra: vorrebbero essere fedelissimi della Lega salviniana, per esempio anche Giuseppe De Bernadri Martignoni boccia le primarie rifacendosi alle parole di Zibetti («ha ragione, è roba da comunisti»).

E Forza Italia? Si ritrova a fare la parte del pompiere, almeno in questa fase in cui gli azzurri tutto hanno fatto fuorché puntare esplicitamente i piedi, dopo aver proposto in estate lo strumento delle primarie. «Si sta lavorando ancora alla ricerca di una figura condivisa» dice il segretario Moreno Carù. «La Lega deve ancora darci un’indicazione chiara: un nome e non quattro, del resto non posso andare io in casa d’altri a scegliere». Carù non nasconde qualche preoccupazione sulla «immagine che emerge del centrodestra», dopo queste schermaglie, e ribadisce che il confronto non si esaurisce però sui nomi: «In questi incontri si è trovato anche un dialogo sui temi e sui contenuti». Carù invita tutti a non bruciare le tappe: «Come si fa a parlare di posti oggi che non c’è ancora un candidato sindaco?».

In tutto questo, poi, c’è la questione degli equlibri provinciali, non secondaria visto che Gallarate va al voto contemporaneamente a Varese e Busto. Il prossimo round (gallaratese) di confronto nel centrodestra dovrebbe avvenire prima di Natale, data da definirsi

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Pubblicato il 01 Novembre 2015
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