“Non sono stata violentata” e fa assolvere i due imputati

I fatti riguardano uno stupro di gruppo nel parco del Museo del Tessile ai danni di una 13enne che dopo due anni e mezzo ritratta davanti ai giudici: "Volevo solo vendicarmi del mio fidanzato"

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Il colpo di scena è arrivato nel cuore del processo e l’ha praticamente chiuso con una ritrattazione completa, tanto che le parti hanno rinunciato a sentire altri testi già calendarizzati e il collegio è arrivato a leggere il dispositivo di sentenza poche ore dopo. La vicenda si è chiusa con l’assoluzione piena di due ragazzi di 22 e 24 anni, accusati di violenza sessuale nei confronti di una 13enne e produzione di materiale pedopornografico.

La (non) violenza sessuale in questione è quella che – secondo la denuncia fatta dalla stessa ragazza nel gennaio del 2014 – si sarebbe consumata nel parco del Museo del Tessile di Busto Arsizio e che ha coinvolto l’allora (e attuale, ndr) fidanzato 17enne e due suoi amici di 18 e 20 anni. La vicenda fece molto scalpore in città e le indagini dei Carabinieri e della Procura di Busto Arsizio presero la direzione indicata dalla ragazza anche a causa di una foto che ritraeva i quattro in quel parco con la ragazza intenta ad avere (o mimare, ndr)  un rapporto orale con il fidanzatino. I tre vennero arrestati e passarono alcuni mesi in carcere.

Per oltre due anni la presunta vittima ha mantenuto la linea della violenza. Lo ha fatto fino ad oggi, martedì, quando uno dei due imputati maggiorenni (quello minore all’epoca dei fatti è a processo per lo stesso reato ma al Tribunale dei minori di Milano, ndr) ha raccontato di aver ricevuto nei giorni scorsi un messaggio su facebook dalla ragazza nel quale chiedeva scusa per le sofferenze che gli aveva provocato.

Il collegio giudicante presieduto dal giudice Renata Peragallo ha convocato e fatto testimoniare, di comune accordo con le parti (pm Cristina Ria, l’avvocato di parte civile Andrea Febbraro e il difensore dei due ragazzi, Amanda Gugliotta). L’adolescente è stata rintracciata e accompagnata davanti alla corte e – dopo qualche domanda – è crollata, ammettendo di non essere stata nemmeno sfiorata dai due e di aver raccontato la storia della violenza per vendicarsi nei confronti del fidanzato che voleva lasciarla.

Insomma un colpo di scena vero e proprio che ha ammutolito tutti. I due imputati non hanno tradito la loro compostezza e il processo ha cambiato completamente rotta. In fase di discussione il pm ha chiesto l’assoluzione per il reato di violenza ma ha chiesto la condanna a 6 anni per la produzione di materiale pedopornografico nei confronti dell’autore della foto incriminata. I giudici, però, hanno deciso di assolvere i due ragazzi da tutti i reati e ora possono finalmente mettere la parola fine al termine di questa storia triste ,da qualsiasi punto di vista la si guardi.

Per loro c’è stato un calvario lungo due anni e mezzo con circa due mesi di detenzione in carcere, un pestaggio nei confronti di uno dei due e sogni di vita interrotti a causa di una giovane che l’ha fatta davvero grossa. Oggi il più grande è riuscito a completare un percorso di studi, anche se ha dovuto rinunciare all’università, e ha trovato lavoro. Il più giovane, dopo aver vissuto il lato più brutale del carcere a causa del pestaggio, è lanciato verso una carriera da dj e produttore musicale.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Luglio 2016
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Commenti

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  1. massimiliano_buzzi
    Scritto da massimiliano_buzzi

    grave, ciò è tremendamente grave. questa ragazzina ha calunniato e rovinato l’esistenza di due giovani innocenti. il tutto per un puntiglio bambinesco. non è assolutamente giusto che la faccia franca. oggi ha un età sufficiente per essere avviata ad un periodo di servizi sociali obbligatori che sia di duratta esattamente pari al cavario che ha fatto vivere agli altri due. questa sarebbe vera ed adeguata giustizia.

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