Berutti: “Finalmente Busto si occupa dei profughi. Ora fatti concreti”

La consigliera del Pd apprezza lo sforzo del sindaco Antonelli ma chiede di andare oltre gli slogan e le buone intenzioni: "Bisogna avere la buona volontà di conoscere la normativa e rispettarla con rigore "

consiglio comunale busto arsizio cinzia berutti

Cinzia Berutti, consigliere comunale del PD, ha partecipato all’incontro tra la cooperativa di Katiuscia Balansino, alcuni richiedenti asilo e il sindaco che si è svolto sabato in sala consiglio. Dopo le clamorose proteste e il tentativo di mediazione, ecco le riflessioni dell’esponente democratica dopo quell’incontro: buona volontà, rigore e rispetto delle leggi sono i tre capisaldi da seguire.

Abbiamo assistito sabato all’incontro tra i gestori della Cooperativa che gestisce il centro di Via dei Mille ed alcuni rappresentanti dei ragazzi ospitati nella struttura.

Giudichiamo positivamente l’intervento mediatore dell’Amministrazione: eravamo abituati a sentire dall’Assessore ai servizi sociali solo relazioni “numeriche” sulla situazione nel centro di accoglienza. Finalmente il tema viene affrontato dal punto di vista delle persone, TUTTE le persone: i lavoratori della cooperativa da un lato, i migranti dall’altro.

Non possiamo però non sottolineare le responsabilità dell’Amministrazione che, per bocca del Sindaco, ha chiesto una settimana di tempo per verificare la possibilità di rilasciare documenti di identità a fronte del fatto che altre amministrazioni procedono a tale rilascio. E’ alquanto singolare che un’amministrazione non sia a conoscenza delle norme da applicare.

Il Decreto Legislativo 142/2015, recependo due direttive europee, detta nuove norme sull’accoglienza di chi chiede protezione internazionale e sulle procedure per il riconoscimento e la revoca di questo status.

In particolare l’art. 4 prevede che il richiedente protezione internazionale abbia diritto al rilascio di un permesso di soggiorno della durata di sei mesi, rinnovabile, che consente lo svolgimento di attività lavorativa. Ai sensi dell’art. 22, D.Lgs. n. 142/2015, inoltre, il permesso di soggiorno per richiesta di asilo, consente al richiedente protezione internazionale di espletare attività lavorativa, decorsi sessanta giorni dalla presentazione della domanda di protezione, laddove il relativo procedimento non si sia concluso ed il ritardo non sia ascrivibile al richiedente.

Mediante l’esibizione del permesso di soggiorno temporaneo, i migranti possono richiedere l’iscrizione anagrafica e, successivamente, il rilascio del documento di identità.

Da ultimo durante la discussione abbiamo potuto verificare che si è aperto un ulteriore spiraglio nella volontà dell’Amministrazione di assumere direttamente la gestione del soggiorno a Busto dei richiedenti asilo.

Ne prendiamo atto, avendo però ben presente che per far ciò gli slogan e le buone intenzioni non bastano, occorre invece una pianificazione puntuale ed efficiente del percorso nel rispetto delle norme che indicano le modalità e l’iter con cui vengono scelti i gestori dei centri di accoglienza dei migranti, ma soprattutto che il Sindaco dovrà affrontare e superare le forti resistenze interne alla sua maggioranza, quella parte politica che considera i migranti solo un problema da allontanare da Busto.

La Città, intanto, aspetta soluzioni concrete.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Settembre 2016
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